1946

la situazione regressa

La produzione di radio civili proseguì fino alla fine del 1942 . Da Angeletti nov. dic. 1942:

..... le conseguenze determinate dal provvedimento del blocco per i costruttori snellisce i compiti che hanno accompagnato l'impegno di servire la Patria in guerra. Non è certo agevole lavorare nei grandi centri colpiti dalle incursioni aeree, con carenza di materie prime e difficoltà nei trasporti, ma per la vittoria si fa questo ed altro....I radiorivenditori non hanno pericoli e difficoltà maggiori di qualsiasi altro camerata italiano... il colpo, non imprevisto, li orienterà verso domini più aderenti alle necessità del momento. Il radioriparatore, invece, ha una intensificazione di compiti, si tratta infatti di porre in condizione di funzionare apparecchi che altrimenti andrebbero messi in disuso: ai radioriparatori dunque il compito della conservazione del patrimonio nazionale degli apparecchi radiofonici in uso.

Il problema era soprattutto nel commercio, varie fabbriche proseguivano con la produzione bellica, se pur con le note difficoltà. Fin dalla conquista dell'Abissinia nel 1936 le sanzioni colpirono il nostro Paese. Angeletti ne da notizia , ma non si capisce il rimedio proposto dai vuoti discorsi dell'epoca, che invitano a proseguire ed addirittura, allo scoppiare della seconda guerra mondiale, si afferma che tutti eravamo in guerra insieme ai nostri soldati, persino chi contribuiva lontano dal fronte. Il problema di allora, dai discorsi che, appena bambino, sentivo dagli adulti ma mai sentiti dalla cronaca, erano sabotaggi all'interno delle fabbriche, compresi sabotaggi a se stessi, ovvero persone che si inferivano ferite per non andare a lavorare o per non essere richiamati. I famosi "pollices trunci" dei latini che si tagliavano il pollice per non poter impugnare la spada e non essere chiamati a combattere. Da quello l'appellativo poltrone. Effettivamente anche se le folle avevano applaudito alla guerra, tanti altri non erano affatto d'accordo e da bravi latini tiravano il carro indietro, fino al volta bandiera che ancora gli anglosassoni ci rimproverano, tanto che ci costrinsero ad una resa incondizionata senza contare l'aiuto che fu a loro dato dai " ribelli".

la rinascita

Nel lavoro che ho precedentemente presentato, si espone la rinascita dell'industria radio italiana. La rinascita del commercio fu però più difficile: il pubblico era in crisi pecuniaria ed inoltre circolava l'indiscrezione che i miracolosi americani avessero perfezionato in modo mirabile l'apparecchio radio, con nuove invenzioni, e che ce li potessero fornire con due soldi. Invece anche l'industria americana in tempo di guerra, impegnata nella produzione bellica, aveva abbandonato la radio civile che era rimasta all'anteguerra. Il mercato italiano non fu invaso da una marea di radio americane a basso prezzo: già nel 1946 gli italiani si accorsero che per estetica e circuitistica le radio di produzione italiana erano migliori e riprese la richiesta alle industrie. Queste, per mancanza di materiale, di valvole ecc. ebbero all'inizio molte difficoltà a rispondere alle richieste. Oltre tutto nel '46 ci furono problemi di energia tanto che nel 1947 alle fabbriche fu razionata.

Il genio italiano superò anche questa difficoltà, ma invece che formarsi grandi complessi che concentravano la produzione radio come in America od in Inghilterra, questa si disperse in un numero astronomico di fabbrichette

Da l'Industria Lombarda del 1947:

L'industria italiana degli apparecchi radiofonici versava da qualche tempo in condizioni non soddisfacenti. Ciò è dovuto ad un complesso di cause, ma soprattutto alla scarsa richiesta del mercato, sia interno che estero,che aveva messo le nostre fabbriche nelle condizioni di produrre con scarsissime probabilità di vendere.

Da un anno a questa parte la situazione si è rovesciata. Nel primo semestre 1947 le fabbriche non riuscivano a coprire le richieste dei consumatori poichè non era loro possibile approvvigionarsi di materie prime  e dovevano inoltre limitare la loro attività per la mancanza di energia elettrica. Nell'agosto furono superati questi ostacoli, ma a causa delle limitazioni di credito, con la conseguente scarsità di circolante e per l'ulteriore aumento del costo della vita, che ha indirizzati i bilanci verso le spese di prima necessità, le richieste cessarono quasi improvvisamente. Anche l'esportazione, che nel 46 aveva fatto buoni affari, specie per gli apparecchi di alto prezzo, andava man mano diminuendo a causa della concorrenza estera. Le forti retribuzioni delle maestranze specializzate, che incidono per il 90% sul costo di ogni apparecchio, non ci permettevano di sostenere la concorrenza straniera.

Ora, però, l'orientamento è verso la produzione di apparecchi economici, circa 25.000 lire.

Gli apparecchi radio, in confronto agli altri prodotti industriali, sono aumentati soltanto di 25 volte rispetto al costo di anteguerra, ma sono cambiate le condizioni di vita ed oggi difficilmente una famiglia può spendere questa cifra se pure è inferiore agli aumenti verificatisi negli altri settori economici.

L'industria radiotecnica conta attualmente 70 grandi fabbriche e circa 20.000 dipendenti ed è in grado di produrre mezzo milione di apparecchi l'anno. Quest'anno la produzione sarà di 400.000 apparecchi per un valore di 12 miliardi.

un passo indietro

Questa situazione era già stata diagnosticata l'anno precedente quando in occasione della prima fiera di Milano di dopo la liberazione (settembre 1946) si constatava che la produzione via via diminuiva ed aumentavano  prezzi. Inizialmente la richiesta dei commercianti era stata notevolissima in quanto la persuasione che un'importazione dall'estero a prezzi bassi non si sarebbe verificata e che i prodotti italiani non erano per niente inferiori a quelli stranieri. La mirifica speranza dell'arrivo di ricevitori americani, a prezzi bassi e con chi sa che nuovi perfezionamenti fu vana. Tra l'altro in USA nel periodo bellico nessuno aveva più pensato alla radio civile, concentrandosi sulla produzione bellica. Le loro radio civili, tra l'altro costruite con strettissimi criteri di economia e senza novità tecniche, non arrivarono sul nostro mercato.

Tutti gli industriali si misero ad operare di buona lena ma i primi guai iniziarono con la mancanza di valvole (uno sciopero delle maestranze delle fabbriche di lampadine e valvole durò per tutto il novembre 1946) e la ripresa fu aggravata dalle restrizioni per l'energia elettrica. Queste portavano ad un arresto della produzione di due giorni su sei salvo sospensioni più prolungate. Oltre tutto era indispensabile per sopravvivere, che un 50% della produzione fosse destinata all'estero. Il lamierino magnetico era scomparso dal mercato, la Radioconi era chiusa , mancavano tutti gli accessori derivanti, più o meno direttamente, dell'industria siderurgica.

In quel disordinato dopoguerra, malgrado gli aumenti delle retribuzioni, volute dai partiti di massa per ragioni demagogiche, non si arrivò all'aumento dei prezzi in questo campo.

le paghe

-fine ottobre 1946 aumento del 35% sui minimi di paga e 10% sulla contingenza

-dicembre 1946, primo scatto della contingenza con un aumento del 12% sulle paghe.

-ulteriore aumento del 15% sui minimi nell'industria settentrionale, retroattivi.

- febbraio 1947 altro 20% di aumento delle paghe più aumento dei contributi familiari.

In totale dal 1 ottobre 19146 al febbraio 1947 l'aumento delle paghe è dell'80%,  per le materie prime un altro 80% rispetto al giugno 1946.

 L'aumento del prodotto al commercio radio, dal 1939 è aumentato di 20 volte rispetto alle 60 degli altri prodotti e  servizi.

lo scandalo

nel 1946 si ebbe anche uno dei primi scandali della nuova Repubblica: a fine anno il fermo e poi l'arresto del Direttore Generale della Ra.I, ing. E. Carrara  implicato in uno scandalo di forniture all'erario di indumenti di lavoro per gli operai telefonici dell'Azienda di Stato. Latitante l'ex segretario alle Comunicazioni On. Fano.

La Ra.I incarica come nuovo direttore il dott. M.Bernardi. Qualche giorno dopo la notizia del rincaro dell'abbonamento alle radioaudizioni a mille lire. Dopo ancora la scarcerazione di Carrara al quale non si potè fare alcun addebito.

le conferenze

Numerose conferenze internazionali per la radiodiffusione si sono svolte nel 1946 ed altre si svolgeranno nel 1947:

La UIR di Ginevra è stata sostituita con la OIR a Bruxelles. I grandi, riuniti a Mosca hanno deciso per quattro conferenze di diverso argomento sulle radiocomunicazioni. La prima il 15 maggio negli USA (Atlantic City?). Vengono discusse la distribuzione delle frequenze che spesso si sovrammetteranno esigendo sincronizzazioni. Per le scale parlanti i costruttori potranno stare tranquilli fino al 1948 quando entreranno in vigore le decisioni adottate.

L'FM

Nel mese di novembre 1946 si è discusso della modulazione di frequenza. Questa ha suscitato interesse alla sua introduzione in America. Anche in Italia si sono effettuate esperienze ma si è convinti che la FM sulle onde ultracorte sarà soltanto un sussidiario della modulazione di ampiezza.

in Svizzera

In Svizzera su 1.200.000 nuclei familiari esistono 900.000 abbonati regolari, ma la crescita diminuisce. Si sta pensando ad una campagna per l'introduzione di un secondo od un terzo apparecchio in casa, analoga a quella che ebbe successo in America in un campo diverso : l'automobile.

Il pubblico svizzero è stanco, anche per la scadente programmazione negli anni del conflitto. L'uomo di strada attende: ha sentito parlare di FM e di Televisione.

le mostre

Oltre alla prima fiera di Milano detta della ricostruzione, la XXV   si effettuò la XIV mostra della radio del 1947 con gli auguri del marchese Luigi Solari. La mostra , analogamente a quelle di anteguerra, fu organizzata dal gruppo costruttori radio dell'ANIE. Fu una mostra dignitosa in locali tirati a lustro con la partecipazione di 120 espositori. Dietro la guerra, davanti un mondo insofferente....mobili e mobiletti di lusso, intarsi, specchi, cristalli, roba per case raffinate. Radio a forma di lampada, di tavolino da notte, di libro, di poltrona. C'è persino chi ha avuto il coraggio di darle la forma di apparecchio radio.

personaggi

presentiamo il gruppo costruttori in seno dell'ANIE

 Il presidente rag. Soffietti, vicepresidente dell'ANIE era gerente della Fabbrica Conduttori Elettrici Isolati, divenuta poi Watt Radio

 

 

Sandro Novellone entrò nell'industria a fianco dell'ing. Geloso e poi passò alla SAFAR, infine alla Irradio

Mohwinkler, nato a Milano dal 1926 collaboratore della Unda Radio.

 

 

Il cav. Ferrari proviene dall'ambiente automobilistico di Torino ed ha preso la direzione della Radiomarelli nel 1940

 

il rag. Rattellini fu prima in Pirelli, poi in CGE

 

Il sig. Salici è direttore delle vendite della Philips. Annuncia novità dall'Olanda.

 

l'ing. Camillo Jacobacci entrò nel 1923, in Germania, alla Telefunken, è tuttora alla Siemens ed alla Olap a capo del campo radio.

 

 

Il dott. Antonio Cannas, nato a Cagliari, è stato Direttore Centrale alla Italo Radio ed ora è direttore tecnico commerciale della Fivre.

 

l'FM

già da fine 1945 si parlava di modulazione di frequenza. Questa aveva dimostrato le sue favorevoli qualità in certi apparecchi bellici e prometteva fedeltà elevata e assenza di disturbi. Il problema era che, a causa della larghezza di banda richiesta, non poteva essere inserita nelle onde medie ma doveva essere inserita sulle onde ultracorte che avrebbero permesso un numero più elevato di canali. Lo svantaggio era che la copertura delle singole stazioni sarebbe stata limitata e si sarebbero dovute costruire molte stazioni se pur di piccola potenza e collegarle tra loro con costosi cavi.

Inoltre si sarebbero dovuti costruire nuovi apparecchi essendo gli attuali in AM adattabili con un dispositivo accessorio ma con la perdita delle qualità intrinseche della FM.

I vantaggi una maggior banda passante, ovvero una risposta in frequenza fino a 15.000 hertz, una minor distorsione e minori disturbi

Venne intervistato l'ing. Piero Bargellini, di Firenze ma trasferitosi in USA prima della guerra e tuttora vivente. Lui aveva colà condotto prove per l'FM già nel 1939 con esito favorevole. Bargellini afferma che per la tipologia degli impianti necessari, l'ente unico RAI, triste eredità del Fascismo, dovrebbe essere sostituito da un limitato gruppo di aziende private sotto il controllo dello stato.  In quanto alla costruzione di apparecchi in grado di ricevere la FM Bargellini rammenta che su quella graverà l'onere dei brevetti. Infondo gli americani possono anche essere entrati in guerra per ragioni idealistiche di umanità e di libertà, possono aver sgominato i fascisti ed i nazisti, ma vorranno però trarne il vantaggio di far pagare i brevetti.

Solo sul brevetto originale di Armstrong, grava un onere dal 2 al 5%.

Anche l'ing. Alessandro Banfi esprime la sua opinione confermando quanto detto all'inizio del paragrafo.

Alla fiera di Milano del 1947 è in funzione una stazione sperimentale FM. Anche l'anno precedente alla fiera ne era stata installata una funzionante su 42-70 megahertz da oltre un kilowatt. L'impressione fu favorevole per la bassa distorsione audio, per la dinamica, per la risposta in frequenza e per la mancanza di disturbi.

Dobbiamo aspettare il 1949 perchè vengano installate oltre che Milano ed a Torino, le stazioni di Roma e Napoli. Un servizio regolare potrà iniziare soltanto quando la produzione nazionale di ricevitori per FM verrà avviata in modo soddisfacente. E' chiaro che la rete di stazioni FM non sostituirà quelle in AM ma vi si affiancherà.

Le frequenza sarà tra gli 88 ed i 100 megacicli (88-108 in USA) che si propaga rettilinearmente senza riflessioni atmosferiche, evitando evanescenze ed interferenze. In quel tipo di modulazione la demodulazione avviene con un discriminatore di frequenza, preceduto da un limitatore di ampiezza che tosa tutti i residui di AM sull'onda, sopprimendo i disturbi, anche se poi, in pratica, certi disturbi come quelli dell'accensione dall'auto passeranno.

L'avvento dell'FM

Dalla Torre del Parco, ex Littoria, di Milano la Ra.I trasmette ogni sera con modulazione FM sui 101 megahertz.

alla XV mostra della radio nel 1948 la ditta Bertoncini annuncia adattatori per Fm ma solo nella successiva, la XVI del 1949, appaiono apparecchi AM-FM : della A.R.T. il modello Gran Premio, a 10 gamme predisposto per l'FM, il Pangamma della Imca, forse il primo apparecchio italiano con l'la gamma FM, l'Allocchio & Bacchini con il 1150 ad 11 valvole e FM

Il terzo programma

Il terzo programma fu un avvenimento di sensibile importanza, nel 1951, per la radiofonia. Il primo ottobre 1951 compie un anno, il primo gennaio 1952, con l'istituzione del Primo e del Secondo programma, si completa il processo di differenziazione dei programmi radiofonici di cui l'attuazione del terzo programma aveva segnato l'inizio. Il terzo programma non veniva però trasmesso sulle onde medie ma era limitato alla modulazione di frequenza. Nel 1952 si iniziò a trasmetterlo sulle onde corte ma non ancora sulle onde medie.

Di nuovo indietro

Ancora nel 1948 era stato indetto un concorso per la realizzazione di un nuovo apparecchio"popolare" italiano. La ANIE, aderendo alla richiesta della Ra.I e del Ministero delle Poste lo organizzò e dettò le specifiche per l'apparecchio che fu denominato AR48.

 Il mobile dovrà essere di linea sobria, di legno, bachelite od altri materiale e non deve superare il costo del 12% dell'apparecchio radio (Il prezioso mobile in legno del quale si dotavano i nostri apparecchi costava 12 volte di uno analogo in materiale sintetico). Il prezzo di vendita non deve essere superiore a 25.000 lire (esclusa l'allora vigente IGE) e si propone uno sconto del 25%. I risultati verranno resi noti al pubblico non prima dell'aprile 1949. Il premio sarà di 1.500.000, 1.000.000 messo a disposizione dalla RAI, 500.000 dal Gruppo Costruttori di Apparecchi Radio.

le specifiche per l'AR48 sono le seguenti:

-La ricezione  limitata alle onde medie tra 525 e1605 khz.

-5 valvole: le americane 12A8, 12K7,12Q7, 35L6, 45Z, octal o le europee rimlock da 100 ma UCH41, UF14, UAF41, UL41, UY41.

-sensibilità 75 microvolt per 50 milliwatt

-potenza almeno 0,7 watt

- altoparlante di almeno 125 mm capace di una pressione acustica di almeno 5 dyn/cmquadro ad 1 metro di distanza.

-Poi altre specifiche  del CAV, del rapporto immagine, selettività, rumore di fondo, illuminazione scala ed isolamento delle parti accessibili.

L'omologazione

In una riunione all'istituto Galileo Ferraris il 14 dicembre 1948 si procedette all'omologazione. Due apparecchi furono scartati ed accettati quelli della

MARELLIi

OREM

NOVA

ALTAR

WATTRADIO

SIEMENS

CGE

UNDA.

 

Gli esemplari che conosco furono realizzati con 5 valvole octal, filamenti in serie, autotrasformatore e sintonia a riluttanza variabile. L'dea delle valvole in serie la trovammo già realizzata dalla Crosley nel 1933, dall'Alauda Marelli nel 1934 e la sintonia a riluttanza variabile già nei Fido Marelli del 1938. La soluzione adottata dagli AR48 era più costosa degli analoghi americani alcuni dei quali, dal 1938 al 1946circa  furono realizzati in cataline, esemplari che ora sono preziosi. In USA avevano la rete unificata a 110 volt e risparmiavano l'autotrasformatore. In Italia non sono mai arrivati anche in quanto non incontravano il gusto dell'epoca. Le nostre tensioni di rete spaziavano invece dai 110 volt ai 220. 

i transistors

nel 1948 appare la notizia della realizzazione del transistors.

per la loro utilizzazione si devono aspettare gli anni '50 e prima che nella radio furono applicati negli otofoni ed addirittura nella televisione a colori.

La televisione

Nell'agosto 1922, se pur su basi sperimentali è partita la stazione sperimentale di Milano dalla torre ex Littoria.

A Parigi, nell'ottobre 1948 si era svolta un congresso internazionale sulla televisione. I congressisti Italiani si sono compiaciuti dell'amichevole accoglienza dei colleghi francesi ( per forza, c'era di mezzo la scelta tra i vari standard televisivi tra i quali quello francese!). Si discute se orientarsi sulla proiezione su grande schermo o puntare sul rivolgersi all'ambito familiare, si discute sul numero di righe, sul tipo di modulazione  negativa nello standard americano, positiva in quello europeo. Quando avremo finalmente la televisione in Italia? Nel 13939-39 erano iniziate emissioni televisive sperimentali in Italia, ma ora si dispone di un minor capitale rispetto ad allora. Si indice un congresso a Milano per l'ano prossimo. Nel novembre del1951 a Copenaghen una conferenza internazionale per la radiodiffusione ci assegna le frequenze per i canali televisivi ed FM.

 Il 1953 sarà l'anno della Televisione in Italia. Entreranno in funzione, oltre il trasmettitore di Milano, quello di Roma e quello di Monte Penice. Queste stazioni saranno collegate via ponti radio con Beigna nell'Appennino ligure e Monte Serra in Toscana. Le stazioni della val Padana con Roma mediante ponti radio anzichè su cavo.

dubbi

Nel programmare l'introduzione della televisione nei pochi paesi che ci hanno preceduti, come gli USA, si parlò di morte dalla radio, ma la vendita degli apparecchi radio, dopo un primo chock, riprese regolarmente, ancora era ben vitale.

le realizzazioni tecniche

Nel 1947 le valvole Rimlock. La realizzazione di valvole piccole tutto vetro, con zoccoli a bassa capacità tra i piedini e limitata estensione degli elettrodi, che portavano anche a poter lavorare a frequenze più alte, era dell'inizio della guerra, 1941-1942, in Germania, con le valvole che furono utilizzate in apparecchiature militari e dagli americani con le miniatura a 7 piedini. La riduzione della dimensioni dello zoccolo portava ad una riduzione delle distanze dei piedini con un nuovo aumento della capacità e dei problemi di saldare il fondello in valvole tutto vetro, in quanto si dovevano raggiungere temperature di 800 gradi con conseguente danneggiamento del catodo. Nelle rimlock il problema fu risolto interponendo uno smalto che fondeva a 450 gradi tra fondello e corpo tubolare della valvola. Non si potè scendere sotto i 21 mm a differenza dei 19 delle miniatura, però si inserì un piedino in più che ci porto ad 8 permettendo la realizzazione di esodi mescolatori. Poco dopo le miniatura furono costruite anche in Europa. Solo dopo il 1950 apparvero, prima in America poi in Europa, le valvole Noval, tutto vetro a nove piedini. Le rimlock furono abbandonate nel 19657 ma furono il cavallo di battaglia delle radio europee fino al 1957. Le valvole miniatura e noval accompagnarono la radio fino alla fine di quella a valvole, intorno al 1965, quando la circuitistica a transistors dette sufficienti prestazioni. Notare che negli apparecchi da comunicazione il volume dell'apparato a transistors professionale non diminuì. Del resto, salvo le radioline per sentire la partita, anche per le radio civili non si ridusse sotto la dimensione già ottenuta con le vecchia valvole octal.

Nicoletta

Nel 1948 nacque la radio IMCA IF 51, Nicoletta dal nome della nipote dell'ing. Filippa, proprietario e progettista di quella Casa. L'apparecchio è un 5 valvole di avanguardia, come solito di quella Ditta. Speciale il gruppo a radio frequenza utilizzante, analogamente alle medie frequenze, il nuovo  polistirene, materiale trasparentissimo di nobilissimi doti dielettriche che, oltre a ridurre le perdite, è insuperabile per l'adattabilità alle forme ed alle lavorazioni.

Una realizzazione originale è l'espansione di gamma (il bandspreading) che, tramite un condensatore di piccola capacità il parallelo al principale, consente di esplorare finemente le bande delle onde corte.

il bandspreading

questo dispositivo era già da tempo in uso negli apparecchi americani ed era arrivato in Europa ed in Italia piuttosto in ritardo. Le stazioni di radiocomunicazione sono distribuite sulla gamma delle onde corte concentrate in 6 gamme limitate in frequenza. Ponendo l'indice principali nella zona indicata grossolanamente sulla scale, un condensatore di piccola capacità consente di realizzare 6 diverse scale che spaziano le diverse  stazioni. Il problema e porre l'indice nella posizione perfetta, impossibile senza riferirsi ad un oscillatore armonico calibratore.

la Unda

 La realizzazione di questo dispositivo nell'Unda  Quadriunda 65/4 del 1949, prevede una leva che aggiusta la posizione dell'indice, già sistemato approssimativamente, nella posizione esatta, pressando dei pioli predisposti nella posizione precisa. Un secondo indice esplora i singoli settori della gamma in modo di poter identificare e ritornare precisamente sulle varie stazioni.