1956
Io considero il 1956 uno degli anni di riferimento epocale per l'evoluzione dell'industria e della tecnologia della radio. Abbiamo visto analogamente gli anni 1934 e 1946, che furono il punto di arrivo di tante idee e soluzioni tecnologiche. Questa volta l'evoluzione che si concentrò, se mi si consente una certa approssimazione, tra il 1953 e 1956.
Nel design della radio nessun cambiamento in Italia rispetto agli anni '40. In USA la prevalenza fu di apparecchi economici, ma di colori ed estetiche piacevoli, data la nascita in quel Paese, negli anni '40 della professione di industrial designer. Ma in Italia, dopo essersi aspettato chissà cosa ,dopo la guerra, dagli Stati uniti, quegli apparecchi furono ignorati, analogamente a quelli francesi ed inglesi. Praticamente dal 1953, con la mostra di Dusserdolf, si inserì in Italia la produzione tedesca: apparecchi di ottima qualità, di estetica sempre più squadrata rispetto alle forme tondeggianti della produzione italiana. I colori erano dal nero al noce scuro, un poco tetri, tanto più le finiture in oro. La verniciatura era industriale in poliestere, tale che oggi è impossibile restaurare. Il suono era superbo, la scelta dei controlli delle tonalità. musica, parola jazz, sinfonica ecc. La scala parlante era molto estesa e si iniziavano a vedere le tastiere di comando " a dentiera". Ancora non si parlava di stereofonia ma negli apparecchi tedeschi si realizzò il suono 3d, usando anche 5 altoparlanti dei quali due elettrostatici per gli acuti che davano quella differenza di fase tale da simulare la stereofonia. Altrimenti il driver degli acuti era uno solo, ma dei condotti spianavano e sfasavano il suono verso i due lati dell'apparecchio. L'antenna delle onde medie-lunghe divenne incorporata e ruotante, in ferrite. Questo fu valido pure negli anni '60. Nel 1954 un articolo nell'organo ufficiale della Philips ne dava l'annuncio che divenne operativo nel 1955. Nelle radio apparvero i primi circuiti stampati.
Il costo variava da 250.000 lire per i soprammobili, alle 360.000 per i radiogrammofoni. Teniamo presente che allora un mio amico, tecnico della Telefunken, allora guadagnava 28.000 lire al mese.
Il suono era affascinante, anche se non con gli standard della successiva disciplina dell'Hi Fi, ma appagava l'orecchio e si potevano sentire bassi profondi (anche se un poco truccati), come del resto si iniziarono a sentire, sempre intorno al '56 i juke boxes americani con enormi altoparlanti e push pull di EL84 od equivalenti. Comandi raffinati di controllo fisiologico del volume, espansori di dinamica ecc. davano il resto.
Nella produzione italiana iniziarono fin dal 1953 ad apparire delle copie di quelli tedeschi, ma solo per integrare la produzione che rimaneva con le vecchie forme.
Nel '48 si era lanciato un apparecchio economico Anie dal quqle,poi, la serie Anie. Nel 53, con il diffondersi dell'FM, venne fuori la serie Anie FM col prezzo calmierato a 42.000 lire invece delle 28.000 della serie AM.
Nel 1953 fu introdotta in Italia un regime fiscale che danneggiò alquanto il commercio radio, ma si sopravvisse.
Ricordiamo che nel 1957 entrò in vigore il Mercato Europeo.
Negli anni precedenti si era sviluppato l'uso di materie del genere plastico, tipo la resina ureica dei frontali delle radio, che si lavorava un poco meglio della bachelite, ma il vero sviluppo delle materie plastiche avvenne proprio in quegli anni: intorno al 1954 il nostro Natta, insieme al prof. Ziegler, aveva messo a punto un sistema che, tramite speciali catalizzatori, dava il controllo completo della formazione delle macromolecole delle materie plastiche. Il nome industriale di quella resina fu Moplen, ma i nomi cambiarono secondo il fabbricante. Fu questo che permise il prepotente ingresso della plastica che conosciamo ora nei mobiletti delle radio, consentendone forme che noi non sfruttammo mai, lasciando il design ai tedeschi ed agli americani.
Questi anni furono anche quelli nei primi computer funzionanti a valvole: nel 1956 la Leica calcolò per la prima volta un obbiettivo col computer.
Che dire del transistors? Era stato realizzato da diverso tempo, ma ancora non era funzionale. Le prime applicazioni furono negli apparecchi per l'udito ed addirittura nei televisori a colori. La prima apparizione di reclames dei primi apparecchi a transistors europei fu dell'inizio del 1957, quando terminiamo la nostra trattazione intorno alla radio. Negli anni di cui stiamo parlando le valvole si erano miniaturizzate sempre più sino alle subminiatura a elettrodi saldabili ed un ultimo guizzo con delle minivalvole ceramiche. Le radio portatili erano divenute piuttosto piccole,di dimensioni analoghe alle prime transisors. Unico, grave, inconveniente erano le pile per l'anodica, costose ed inaffidabili ed il consumo dei filamenti. Se coi transistors si riuscì a ridurre ancora le dimensioni fu con la miniaturizzazione degli altri componenti, a scapito della qualità.
L'avvento della televisione non aveva distrutto il commercio radio, come avevano temuto i nostri predecessori americani, ma la radio non era più il nuovo balocco. Nel campo professionale delle comunicazioni, a differenza che in quello civile, c'era stato un notevole sviluppo. Negli anni '54-55 erano stati realizzati ricevitori come l'URR 390, il Racal ed il Rohde e Schwarz EK07 che sono rimasti tuttora standard di riferimento. Nel 1956 era apparsa la banda laterale unica, SSB di uso strettamente professionale.
Ma due parole si devono dire anche sull'alta fedeltà, la stessa che intendiamo ora, che in Italia prese forma tra il 1955 e 56. La storia era iniziata nel 1947 quando, in Gran Bretagna, Williamson aveva prodotto il primo amplificatore di potenza che ne rispettava i requisiti. Il circuito era in push pull, lo studio era concentrato sul trasformatore di uscita che consentisse linearità, e permettesse una forte controreazione. In breve tempo si raggiunse lo 0,1 % di distorsione a differenza dei 5-10% dei vecchi schemi in uso (non parliamo del vecchio Loftin White che a suo tempo passò inosservato). Gli altoparlanti erano già ottimi, le casse acustiche erano sotto controllo, le incisioni già buone ed il giradischi professionale Garrard del 1955 è ambito anche al giorno d'oggi, l'FM era in grado di dare una qualità ineccepibile. I pick up non erano più i pesanti elettromagnetici da 100 gr di pressione, ma piezoelettrici, ceramici, e poi magnetici dalla pressione di pochi grammi. I dischi 45 giri e long play a 33 erano apparsi contemporaneamente fin dalla fine degli anni '40.
In seguito la stereofonia, ma ricordo il quesito di allora: stereofonia od alta fedeltà?