Atlante 7
Firenze
è comunemente conosciuta come città d'arte: nessuno crederebbe vero che invece
è stata una specie di Silicon Valley italiana.Tutt'ora pullula di piccole
industrie, laboratori e piccoli distributori di alta tecnologia che magari non
appaiono sulle pagine gialle. Rapportato ai tempi era così anche negli anni '20.Notizie
si trovano con difficoltà perchè tante persone sono morte e tanti documenti
dispersi; questo lavoro andava fatto almeno una
quindicina di anni fa, ma si sa
che l'archeologia industriale è partita con ritardo da queste parti. Ormai
nessuno ricorda il Radio Club d’Italia, associazione di amatori fondata nel 1921 con sede a Roma ma
col presidente Umberto Bianchi residente a Firenze, come anche la sede
amministrativa e la redazione dell'organo ufficiale dell'associazione, la
rivista "L'Audion". La ditta Radiotecnica Italiana, Palazzo dello
Strozzino di Firenze, già nel 1924 costruiva apparecchi a 2, 4, e 6 valvole che
vantavano una sintonia indipendente dallo sviluppo dell'antenna mediante un
geniale montaggio brevettato. Il proprietario era l’ing. Gaetano Solanelli. Questo aveva fondato l’ “Istituto di propaganda radio” il quale
si proponeva di divulgare la radiotelefonia in Italia. Nelle figure vediamo le
copertine di un libretto divulgativo del 1931 pubblicato a sua cura.
Citiamo
dalle riviste di epoca:
Dall' Almanacco Italiano del '27, della Bemporad Firenze: "Chiamate Carlino che vi verrà incontro sorridente e giudicherà a colpo d'occhio se siete un curioso inconcludente o se sete un probabile acquirente di parti staccate od un cliente di prima classe....se Carlino vi domanderà ' Desidera un apparecchio Atlante 7 o Radiodyne 7 ? ' potrete compiacervi con voi stesso perchè sarete giudicato un cliente di prima classe! L'Atlante 7 è una supereterodina della classe superiore costruita da questa Ditta come successore al 6ZU ad amplificazione diretta, nel 1926 o poco prima. Alterantivamente se si preferiva la tecnica americana si poteva scegliere il Radiodyne, supereterodina di concezione di oltre Atlantico della classica forma a " bara" tipica dell'epoca. L'Atlante è invece un imponente ricevitore di concezione europea notevole per l'enorme frontale di aspetto piuttosto nudo e di una particolare satinatura che lo rende molto attraente. Le dimensioni sono...... ovvero ancora piu' grande del 6ZU.”
scuola
francese che già utilizzava la bigriglia come modulatrice. Le valvole ora sono
a basso consumo: le Metal francesi ad "ovino" e base di ebanite. I
reostati, pertanto, a differenza dei ricevitori precedenti che usavano valvole
ad elevato consumo, sono di resistenza più elevata e di produzione commmerciale
francese, cosa che fa cambiare molto l'aspetto del frontale rispetto alle
precedenti realizzazioni, dato che usa delle manopole stampate unite al reostato
anzichè le manopole di produzione propria, tornite. Sono invece tornite e di
stile tedesco le manopole dei due condensatori, sintonia ed oscillatore,
anch'essi di produzione francese; idem i trasformatori di bassa, resistenze e
condensatori fissi.. Nei ricevitori precedenti questi componenti erano costruiti
artigianalmente. Invece le bobine di accordo ed i trasformatori di media
frequenza sono di costruzione della Ditta, quelle di media con avvolgimenti
suddivisi in gole su supporti di ebanite piena
tornita. Tutto il complesso è costruito professionalmente, ma molto
artigianalmente risultandone difetti di trascurateza: le scritte sono impresse a
fuoco, ma il marchio dol logo della ditta, una spece di sigillo quadrato, è
impresso storto; su di un reostato è segnato " AREOSTATO", le
finestrine tonde di vetro e metallo che con le valvole
a basso consumo, praticamente inutili, in quanto in origine servivano a
controllare la luminosità del filamento delle "bright emitter", sono
fissati con tre viti, e ruotati in modo casuale senza nessun allineamento dei
triangoli formati dalle viti. Sui pannelli di ebanite, spessissimi, la svasatura
per la testa delle viti fuoriesce. Il mobile è in legno di mogano, ma di
spessore molto ridotto per le dimensioni, tanto che è da pensare che sia
qualche specie di compensato impiallacciato, se pur indiscutibilmente originale.
Questa sottigliezza ha provocato la rottura del supporto delle cerniere del
lungo coperchio, che a suo tempo è stata riparata professionalmente. La
profondità del mobile è ridottissima ed in contrasto con le domensioni del
frontale e ciò gli da un aspetto tutto particolare. Ma il colmo dell'incuria è
la mensola che supporta valvole e
trasformatori , fissata con due squadrette allo spesso frontale: praticamente è
quella sel 6 valvole 6ZU, con i fori e le tracce predisposti per quello e con
aggiunta dei fori di fissaggio per il nuovo circuito. In particolare la parte
mancante del pannello dovuta una grossa indentatura della piastra originale, a
metà pannello, è ricostituita con uno spesso rettangolo di ebanite di spessore
neanche uguale al resto del pannello, rudemante segato ed inserito nella tacca
bloccato da una vite con la filettatura a contrasto tra i lati di congiunzione,
ma non solo! la testa della vite è lasciata sporgente , e , dato che tutto è
stato pietosamente coperto da una sottile lastra nera di materiale tipo
celluloide, questo fa una bella gobba quando copre la testa della vite.
Sull'originalità di questa costruzione, guardando bene, non ci sono dubbi, il
lavoro è fatto certamente in origine dlalla Ditta. Come se non bastasse, a
causa della sua lungezza e mancanza di appoggi, ( sembrerebbe che in origine una
specie di bacchetta di legno lo puntellazze sul fondo) questa mensola si è
flessa vistosamente nel centro, col tempo. Malgrado questo il fascino dell'
apparecchio non è indifferente e cito ciò solo per cronaca. Del resto in un
4ZU che esaminai tempo fa, si ripete qualche difetto che ho citato nell'Atlante
7.
da
Rivista di Radiotelegrafia (l'aereo) Nazionale XV.RA.509
aprile
1924
La
Radiotecnica Italiana del Palazzo dello Stozzino di Firenze costruisce
apparecchi di ricezione a 2,4 e 6 lampade con caratteristiche di sintonia
indipendenti dallo sviluppo dell'antenna mediante un suo geniale montaggio
brevettato. Gli apparecchi ad onda corta hanno le induttanze e la capacità
variabile di un nuovo tipo occupante poco spazio e di eccezionale facilità di
montaggio. L'accensione è regolata da un reostato a variazione piccolissima e
rigorosamente costante. E'eliminato l'uso delle bobine intercambiabili essendo
la scala completa da 200 a 25 000 metri suddivisa in 4 zone. Questa speciale
circuitazione fa si che le onde corte sono pure ricevute su antenna lunghissima
senza le complicazioni che si presentano in altri apparecchi. Le manovre sono
ridotte a 2, una per la sintonia ed una per la reazione; l’amplificazione a
bassa frequenza è ottenuta con speciali trasformatori eliminanti qualsiasi
distorsione dei suoni. Con un ricevitore a 2 lampade è stato possibile
percepire i radioconcerti di Londra su telaio. Invitiamo la Radiotecnica ad
inviarci le descrizioni dettagliate e le fotografie dei suoi apparecchi per
meglio farli conoscere ai dilettanti italiani.
Nell'elenco telefonico di Firenze,1923-1924 appare la
Radiotecnica Italiana, Piazza Strozzi,6 tel.33-84.
Detta appare all’esposizione di Torino del 1924,
probabilmente prima dell'inizio delle radioaudizioni circolari.
Dalla camera di commercio:
Radiotecnica Italiana di Solanelli Giovannetti,
costruzione materiale radioelettrico Via Campo di Arrigo,84, Firenze.
Registrazione 26 maggio 1925 cessazione 6 ottobre
1928.
Il 26 gennaio 1928 viene registrato il solito nome,
materiale radio, via G.Prati,29. Proprietario Solanelli Giovannetti Dr.Gaetano.
La cessazione risulta il 6 ottibre 1928.
Nel 1926, da elenco telefonico l'indirizzo è Via
degli Alfani,43, laboratorio elettrotecnico inustriale in via S.Zanobi.
Nell'elenco tel.1928-1929 l'indirizzo è via degli
Alfani. Nel 1930 appare come Radiotecnica Italiana, istituto di propaganda
radiocomunicazioni, piazza Strozzi,6 e Via Sassetti,2. Prosegue fino all'elenco
del 1932 compreso.
Il bravo Solanelli pubblica prima del 1931 (non
e'indicata infatti l'esistenza della stazione
URI di Firenze) il libro "Che cosa è la radio",150 pagine ed a
cura del sopra detto istituto di propaganda radio.
In Dati e memorie sulle radiocomunicazioni del
consiglio delle ricerche,1930, appare Radiotecnica Italiana, capitale 150000,
operai specializzati che costruiscono parti staccate e montano apparecchi a loro
domicilio, produzione di apparecchi di ricezione radiofonica di diversi tipi.
Produzione qualche centinaio di apparecchi all'anno. Fornitori Pirelli per il
filo. Riferimenti a Safar, Philips, Zenit, Fedi.
Appare con una bella reclame sul Radiogiornale del
Luglio 1924 e su altre pubblicazione. Usava i Brevetti Zappulli ed il
collaudatore era il Sig Bargilli. Ho foto di radioamatori con suo apparecchio
del 1925. Altra propaganda si ritrova su varie riviste del 1925 compreso
l'annuario del Turing Club.
Di altre ditte fiorentine, Nannucci, Saccardi ecc ho
trovato tracce, indirizzi e spostamenti soltanto in vecchi elenchi telefonici,
certamente posteriori alla data di fondazione di queste ditte.