bardeloni
dal Bollettino Radiotelegrafico del Regio Esercito Marzo-Giugno 1933
Il giorno 26 marzo 1933-XI si è spento in Roma il Generale di brigata del Genio in P.A. comm. ing. CESARE BARDELONI La sua figura è troppo nota
ai radiotecnici italiani perchè debba essere illustrata ai lettori del
"Bollettino".
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ionati della radio conosceranno Cesare
Bardeloni ripreso mentre Marconi
gli accende una sigaretta, che troviamo sul libro “Storia della radio in
aviazione” di Giuseppe Pesce. Sempre su questa pubblicazione vediamo
l’apparato telefonico che doveva servire per comunicare tra aerostati e terra
usando solo il filo di trazione e con ritorno capacitivo. Il brevetto mi risulta
del 1915, non del 1905 come accenna Pesce. Se abbiamo la pazienza di sfogliare
la rivista “Artiglieria e Genio” ed il Bollettino della Proprietà
Intellettuale” troveremo molti brevetti presi da Bardeloni e vari opuscoli a
sua cura. Era ancora tenente (1909) quando ideò una disposizione di antenne
atta a ridurre i disturbi che allora erano il nemico n° 1 della
radiotelegrafia. Praticamente il circuito secondario faceva parte della
struttura di antenna in modo da sintonizzare senza perdita di potenza e
l’antenne erano disposte in modo che l’effetto selettivo fosse coadiuvato
dalla direttività. Bardeloni continuò nella ricerca dell’eliminazione dei
parassiti e pubblicò in merito anche in francese. Praticamente applicò in
parallelo alla griglia del tubo audion un rettificatore al carborundum a
polarizzazione variabile. Questo dispositivo, a seconda della polarizzazione,
poteva essere usato per il rinforzo del segnale o come limitatore per eliminare
per saturazione i disturbi. Manovrando sulla polarizzazio
ne si poteva fare in
modo di rinforzare soltanto un segnale già forte rispetto ad altri che
disturbavano, un segnale intermedio od un segnale debole in modo di farlo
risaltare sugli altri anche se questi avevano la stessa frequenza del segnale da
ascoltare. Nel rivelatore che realizzò, il primo apparato a valvola realizzato
in Italia, aggiunse un magnete che poteva scorrere al lato della valvola per
rinforzare ancora il segnale. A questo rivelatore seguì il “Ricevitore
Epuratore Brevetto Bardeloni” che , oltre il primario con accordo in serie ed
il secondario con l’accordo in parallelo tramite “ Billycondenser” o
“Condensatore a Sdrucciolo” aveva due circuiti accordati da usare da
trappola ad assorbimento per segnali indesiderati ed addirittura si potevano
connettere a delle placchette metalliche incollate sull’esterno dell’Audion.
Il titolo dell’articolo che descrive questo è addirittura “La
discriminazione di segnalazioni RT esercitate sopra uguali lunghezze
d’onda”.
Bardeloni pubblicò varie trattazioni sull’impiego militare della radiotelegrafia e nel 1917 ed al passaggio della cometa di Halley, fece rilevazioni sugli effetti osservati nelle radioricezioni.
Il colonnello Bardeloni era sempre presente come
rappresentante dell’Esercito a manifestazioni e conferenze sulle
telecomunicazioni, ma dopo il 1922 non se ne trovano più notizie e non si trova
nemmeno un eventuale suo necrologio sulle varie pubblicazioni del Genio Militare
del quale faceva parte. Ad un certo punto ho trovato su una pubblicazione di
carattere esoterico di Adriano Borghini, che Bardeloni riceveva, tramite
radiogoniometro, la radiazione spirituale dell’uomo che variava con l’età e
si spostava verso una direzione del cielo alla sua morte, a differenza di quello
del gattino del Bardeloni che si
spense totalmente con la morte. Oltre a questo studiò le spirali di Lakowschi,
che noi ora ritroviamo in quei braccialetti di rame che vendono anche le
farmacie e che sono usate per curare i dolori. Questi anelli aperti risuonano ad
una certa frequenza intorno ai 70 cm di lunghezza d’onda ( guarda caso che una
lunghezza analoga era propria della combinazione della radiazione radiestesica
dell’individuo con quella dell’oggetto ricercato trovata da Raffaele
Stiattesi che troviamo in queste biografie) e si trovano reclamizzati come
curative in forma di cinture ecc. Addirittura sembra gli abbia sperimentati
intorno alle piante di geranio curandone certe malattie proprie di questa
pianta.
Secondo l’archeologo Pincherle, Bardeloni morì prematuramente e le sue carte furono spedite in America su di una nave che affondò. Dunque rimane il mistero. Noto però un’analogia con il destino di altri scienziati che ad un certo punto credono di aver capito tutto ed iniziano un percorso esoterico. Vediamo Raffaele Stiattesi che a un cero punto fu ignorato dal mondo scientifico ed anche un noto divulgatore della scienza della radio, Domenico Ravalico, che in vecchiaia ha pubblicato un lavoro del genere creazionistico che direi esoterico e che viene letto su “Radio Maria”.
principio dell'epuratore
rinforzo al carborundum
rivelatore Bardeloni, notare il magnete di rinforzo per la valvola
Brevetti Bardeloni in USA, vedi www.pdf2.org
copia del brevetto per un telefono ad un filo solo senza ritorno a terra per aerostati
copia del brevetto dell'inserzione del rinforzo al carborundum (vedi Epuratore Bardeloni)
Ad un certo punto ho trovato su una pubblicazione di carattere esoterico di Adriano Borghini, che Bardeloni riceveva, tramite radiogoniometro, la radiazione spirituale dell’uomo che variava con l’età e si spostava verso una direzione del cielo alla sua morte, a differenza di quello del gattino del Bardeloni che si spense totalmente con la morte. Oltre a questo studiò le spirali di Lakhowschy, che noi ora ritroviamo in quei braccialetti di rame che vendono anche le farmacie e che sono usate per curare i dolori. Questi anelli aperti risuonano ad una certa frequenza intorno ai 70 cm di lunghezza d’onda ( guarda caso che una lunghezza analoga era propria della combinazione della radiazione radiestesica dell’individuo con quella dell’oggetto ricercato trovata da Raffaele Stiattesi che troviamo in queste biografie) e si trovano reclamizzati come curative in forma di cinture ecc. Addirittura sembra gli abbia sperimentati intorno alle piante di geranio curandone certe malattie proprie di questa pianta. B
Lakhowscky realizzò l’oscillatore doppio che emetteva frequenze tali su varie gamme che si ipotizzava , usate con opportune antenne risonanti, potessero curare persino il cancro. Pio XII fu curato anche con queste speciali antenne fissate al letto.
Bardeloni invece iniziò le sue esperienze avendo notato che in uno scritto l’inchiostro emetteva particolari onde che erano diverse da quelle dell’inchiostro del calamaio e dipendevano dall’individuo che scriveva. Nel 1927 col suo metodo riuscì a determinare la iniziale sopravvivenza di un giornalista che era rimasto nello spezzone disperso del dirigibile Italia ed, il giorno dopo, la sua morte.
Secondo l’archeologo Pincherle, Bardeloni morì prematuramente e le sue carte furono spedite in America su di una nave che affondò. Dunque rimane il mistero. Noto però un’analogia con il destino di altri scienziati che ad un certo punto credono di aver capito tutto ed iniziano un percorso esoterico. Vediamo Raffaele Stiattesi che a un cero punto fu ignorato dal mondo scientifico ed anche un noto divulgatore della scienza della radio, Domenico Ravalico, che in vecchiaia ha pubblicato un lavoro del genere creazionistico che direi esoterico e che viene letto su “Radio Maria”.
In una sua conferenza il famoso radioamatore ferrarese
Leonello Boni narrò che intorno al 1926 aveva collaborato con Bardeloni per
certe ricerche. Bardeloni con un radiogoniometro(!) ricercava le frequenze
emesse da vari inchiostri. Si accorse che, mentre la boccetta di inchiostro
emetteva una sola onda, ne radiava due quando qualcuno lo aveva usato per
scrivere. Prosegue con esperienze narrate da Adriano Borghini sul Web, già
accennate all'inizio del testo.