OSSERVAZIONI DI PAOLO VOLPICELLI AD UN BRANO DELLA COMMEMORAZIONE DI BELLI PUBBLICATA DALL’ ILLUSTE PROF GIOVANNI CANTONI
Roma Capaccini e Ripamonti; tipografia Pozzo Cornacchie, 20;libreria Piazza Pasquino 73
1879
Il prof. O. Cantoni pubblicando una commemorazione del
fisico Giuseppe Belli, nel fasc. XVIII del vol. XI, pag. 794
dei rendiconti del R. Istituto Lombardo, prende occasione per
criticarmi relativamente alle dimostrazioni colle quali ho so-
stenuto, sostengo e sosterrò la teorica di Melloni sulla elet-
trostatica induzione. Questa critica del Cantoni, consiste nelle
seguenti parole, pag. 798 luogo citato:
< Egli (cioè Belli) seppe risolvere con nuovi, ed in-
< gegnosi argomenti sperimentali, e con sottili raziocini, le
< difficoltà che il Melloni credette di poter suscitare, contro
« la comune teorica della induzione elettrostatica, e giunse
< cosi a porre in sodo la dottrina già professata dall’Epino,
< dal Volta e dalla più parte degli elettricisti. Talché ben mi.
« meraviglio, che un altro fisico italiano il Volpiceli il quale,
ora non è molto, risuscitava le congetture del Melloni, e
« proclamava la necessità di riformare su di esse tutte le
« dottrine elettrostatiche, non siasi preoccupato di confutare
« anzi tutto, non già con leggieri parole, ma con saldi ar-
« gomenti le dimostrazioni del nostro Belli, prima ancora
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< di farsi oppositore di coloro che si adoperavano per ag-
« giungere nuovi argomenti di fatto, in appoggio della comune
« dottrina. >
In primo luogo rispondiamo, essere falso che il Belli porto
argomenti validi a dimostrare vera l'antica teorica sulla elet-
trostastica induzione; lo che fu da me posto in chiaro nelle vane
mie risposte fatte al Cantoni, ed a molti altri fisici su questo
argomento; in ispecie quando colle medesime risposte, fu
da me dimostrato vano, allo scopo del Belli, l'uso del suo co-
gnito cilindro snodato ed indotto. Fu il Cantoni, fu egli che
non potè fino ad ora contrapporre validi argomenti, atti a di-
struggere le conseguenze dei miei sperimenti, e dei miei ra-
ziocini, a favore della teorica di Melloni.
In secondo luogo, è falso, che Volta ed Epino siano stati
contrari alla teorica di Melloni, come apparisce dalle parole
dello stesso Epino pubblicate nella sua opera Tentamen theo-
riae electricita.Us et magnetismi Petropoli 1759, pag. 61,
§ 5,2, appresso citate, ed è chiaro che gli oppositori miei
non conoscevano questo brano.
Similmente si dimostra essere falso che Volta fu con-
trario alla teorica moderna di Melloni (V. Collezione delle
Opere di Volta, tomo I, parte P1, Firenze 1816, pag. 200,
258, e 260).
Ne pure può dirsi vero Fasserto del Cantoni, che cioè
la più parte degli elettricisti si oppose alla teorica professata
da Melloni; giacché un considerevole numero di fisici sosten-
nero la teorica oggi riprodotta dal fisico italiano Macedonio
Melloni, corrispondente dell'Accademia delle scienze dell' Isti-
tuto di Francia, che già era designato per essere fatto membro
associato del medesimo Istituto. Il nostro Melloni con una let-
tera che diresse al celebre Regnault, pubblicata da questo nei
Comptes rendus, t. XXXIX del 24 luglio 1854, pag. 177,
espose cosi dottamente la sua moderna teorica sulla elettro-
statica induzione ; che tutti gli oppositori alla medesima, certo
non l'ebbero approfondita quanto meritava ; poiché se avessero
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bene posto mente alle ragioni, ed alle sperienze dal Melloni,
riportate in quella sua lettera, e non valutate dagli oppositori
miei, questi non avrebbero contrariata la dottrina in propo-
sito del nostro Macedonie.
In terzo luogo dice il Cantoni che da me venivano ri-
suscitate, non è molto, le congetture di Melloni; neppure, ciò si
verifica; ma si doveva dire invece che da molto mi era occu-
pato, cioè dal 1854 sino ad oggi, con esperimenti continui
e raziocini, a sostenere la verità: proclamata giustamente dal
Melloni.
In quarto luogo, la meraviglia del chiaro Cantoni re-
lativamente al sostenersi da me la teorica di Melloni, mi da
diritto a meravigliare assai più di lui, per la ostinazione sua
contro questa teorica, contro cioè una verità per sé stessa
evidente.
In quinto luogo il Cantoni attribuisce alle mie dimostra-
zioni una leggerezza di frasi, e di non saldi argomenti; noi
ci asterremo dal rispondere a questa critica, limitandoci ad
osservare, che il Cantoni, non volle mai rispondere catego-
ricamente ai miei raziocini, ed alle mie sperienze, che dimo-
strano vera la sola moderna teorica di Melloni, sulla elettros-
tatica induzione, ma non Faltra già comunemente adottata.
Se i miei lettori troveranno troppo risentita questa ri-
sposta ; spero che vorranno scusarmi, pel solo riflettere che
ho sempre trattato il Cantoni con ogni maniera di urbanità,
che l'ho sempre, ma invano, pregato a verifìcare le mie spe-
rienze nel mio gabinetto, che l’ho sempre ringraziato per le
opposizioni alle medesime, e che non ho mai giudicato essere
leggere le sue parole, ne meno essere non saldi gli argomenti
suoi, come egli giudicò tanto il mio parlare, quanto l'argo-
mentare mio. Questo giudizio del Cantoni è da esso formato
in mancanza di meglio per ora, contro la teorica del Mel-
loni sulla elettrostatica induzione ; la quale dai fisici pen-
satori sarà sempre riguardata quale una verità, evidente,
contro cui chiunque non potrà fare nulla di buono, sia coi
raziocini, sia colle sperienze.
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Invece tengo un metodo, per gli oppositori miei, diverso
assai da quello che taluno dei medesimi tiene verso di me ;
impedendo esso le mie risposte alle opposizioni, sulla teorica
di Melloni; perché queste furono sempre da me favorite, of-
frendomi loro sempre per secondare tanto la pubblicazione di
esse, quanto la esecuzione degli sperimenti proposti. Ciò prova
che io non dubito punto della verità di quanto proclamò il
Melloni su questo argomento.
Inoltre la maggior parte di questa risposta non riguarda il
giusto mio risentimento; ma bensì la scienza elettrostatica;
ciò dovrebbe tornarmi a favore presso i miei lettori. Il
dotto prof. Cantoni vorrebbe impedire la pubblicazione delle
mie risposte nei periodici scientifici sull’ argomento fra noi
contraverso ; però siccome tale pubblicazione, ancorché critica,
quando è accompagnata dalla scienza, fu sempre favorita dalle
menti elevate, perché genera in esse quell’ attrito, dal quale
viene la luce all'intelletto ; perciò non è giusto, ne conve-
niente impedire tali critiche risposte.
Per comodo degli oppositori miei,
registro qui appresso alcuni nomi di quei fisici favorevoli
moderna teorica di MELLONI sulla elettrostatica
induzione
Si leggano le note (a ^) (a 3)... ecc., nelle pagine seguenti
1. AEPINUS 1759 (a ^ ).
2. DE LÌJC 1787 (a 3 ).
3. LICHTE^BERG 1794 (a 3 ).
4. FISCHER 1804 (a 4 ).
5. VOLTA 1816 (a 5 ).
6. PFAFF 1831 e 1838 (a g ).
7. KNOGHENHAUER 1839 e 1843 (a ^).
8. PETRIHA 1844 (a §).
9 MELLONI 1854 (a 9 ).
10. EISEMLOHR 1863 (a ^).
11. TYNDALL 1878 (a n).
12. DU MOMGEL 1875 (a ^).
13. LUCAS FELIX 1875 (a ^).
14. ZANTEDESCHI 1855 (a ^).
-15. TOPLER 1866 (a ^).
16. RUBINI 1857 (a ^g).
17. SERPIERI 1857 (a ^).
18. MIOZZI GESUITA 1857 (a ^g).
19. DE LA RIVE 1859 (a \g).
20. GAUGAIN 1864 (a^).
21. BIOT 1816 (agi). . .
22. MAJOCCHI 1853. (a ^).
23. NAPOLI FEDEMGO (a 33). ^ .
24. NOBILE (a ^)
25. MATTEUGCI 1850 (a ^).
26. FABBRI ( a 33).
27. D'ALMEIDA (a 37). . • '
28. ETTINGSHAUSEN (agg).
29. COULOMB (a 39). ,
30. GAVARRET (a 30).
31. WULLNER (a ^).
32. VERDET (a 33).
33. SERRA-GARPI. (a, ^\.
34. Annuario scientifico ed industriale (a c^);
35. Vocabolario di GEHLER (a 35).
36. Vocabolario di MARBAGH (a 35). ^
37. Congresso degli scienziati italiani tenuto in Palermo, classe prima 1875 (ag^)
38. FLAUTI VINCENZO (a^g).
(a , ) Epino dice nell'opera Tentameli theoriae electricitatis et magnetismi. i— Petropoli
1759, pag. Gì g 52. « Phaenomenorum autem isfcorum ralio ex theoria nostra sine ne-
gotio as-.ii^n.i.fcur. Cum enim vis qua lamina IK trami, fluidum electricum, extra ipsam
reperiandum ad nilnium sii redac-ta (^ 45) prorsus se res habet, quasi ipsa in statu na-
turali essGfcc'onst'ituta. unde nuilam esercet vim, fluidnm electricum, poris aliorum cor-
porum sibi propinrpioram inclusum, ad se alliciendi. Fiari itaque nequit, ut nui-
dum ejasìnodi corpus reìinquany m lammam IK prosiliat, atque scmfcillam edat.
Eadem de causa att.ractiones aut repulsiones electricas nullas edere potest, uti ex
§ 42, imm. 2, sumeienter patet » Di qui si deduce die la indotta di prima specie
non tende a parere di Epino.
(a 9 ) II brano di De Lue dal quale può concludersi che la indotta contraria della in-
ducente non possiede tensione alcuna, trovasi nel Tomo 1 dell'opera. Idées sur
la meteorologie par I. A. De Lue seconde partie pag. 334 § 360, 361, Paris 1788.
(a 3 ) Questo autore ha pubblicato l'opera intitolata: Erxicben Anfangsgrùnde der Na-
turlehre. Góttingen 1794, ed alla pagina 498 dell'opera medesima riconosce che
l'indotta non tende.
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(a i ) Si osservi che il Fischer molto prima di Pfaff e di Knochenhauer professò che l'in-
dotta di prima specie non tende come già dimostrammo. Quindi reca meraviglia
come Riess non abbia mai preso a considerare la fisica di Fischer sotto il punto
di vista della elettrostatica influenza e neanche quella colle note dì Biot.
(a K ) Anche Volta ammetteva il non tendere della indotta, che per natura si oppone alla
inducente, parlando del condensatore. (Vedi Collezione delle opere del cav. conte
Alessandro Volta. Tomo I, parte I, Firenze 1816, pag. 258, lib. 4)
(a /. ) Analisi di una memoria inserita nel Poggendorff voi. 44.
(a ,-, ) Poggendorff voi. 58 e volume 51. L'autore primieramente nega che la indotta di
prima specie possegga tensione, negando altresì che la elettrostatica induzione-
possa traversare i conduttori, nel che si accorda con Melloni e Faraday.
(a ;; \ Poggendorff voi. 41 sopra l'argomento che la induzione elettrica non traversa i
conduttori.
(a o ) Con.ipt.es Rendus Tomo XXXIX pag. 177. Recherches sur l'in duction électrosta-
tique. Lettre de M. Melloni a M. Regnault. In questa lettera il fisico italiano
pubblicò le sue sperienze con i suoi raziocini, per modo evidenti, che fa molto
meraviglia come non siano stati profondamente conosciuti, da non lasciare ve-
run dubbio sulla verità che proclamarono; perciò mi corre l'obbligo di pubblicare
fra poco questa lettera con ulteriori schiarimenti.
(a ^o) Nel suo trattato di fisica stampato a Stuttgart nel 1863, questo autore deve con-
siderarsi con molta più ragione fra i seguaci della nuova teorica di Melloni, di
quello che fra gli oppositori di essa.
(a ^) Questo distinto fisico inglese nelle sue lezioni sulla elettricità, tradotte in francese
dal sig. R. Francisque-Michel, Parigi 1878, non fa veruna menzione della linea
neutra, la quale è riconosciuta essenziale presso i sostenitori dell'antica teorica
Wilke. perciò dobbiamo credere che il Tyndall non ammette la esistenza della
linea, neutra, nel che si accorda col Melloni.
(a ^o) Questo fisico dell'Istituto di Francia ha riconosciuto che la induzione magnetica
coincide colla elettrostatica nel produrre priva di tensione la indotta magne-
tica contraria della inducente, come appunto si trova verificato nella indotta elet-
trostatica di prima specie. «
(a ^3) II signor Felix Lucas geometra francese dichiarò con una sua lettera a me diretta,
che la indotta di prima specie non possiede tensione.
(a ^) Nei suoi scritti ha dichiarato la stessa verità.
(a ^5) II sig. Topler avendo spiegato il modo col quale agisce la sua macchina, valen-
dosi del concetto che la indotta di prima specie non tende; bisogna ben dire che
questo concetto può accertarsi, giacché il medesimo autore non ha saputo fare
questa spiegazione in altro modo. (vedi Poggendoff, voi. 127, anno 1866, fas. 2,
pag. 184.)
(a ig) Mostrò l'approvazione sua completa per la moderna teorica di Melloni, me-
diante una lettera in data del 21 agosto 1857, la quale si trova nelle corrispon-
denze del prof. Volpicelli.
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(a ^) Nelle sue lettere a me dirette manifestò le opinioni favorevoli alla teoric.a del
Melloni.
(a ^) Lo stesso concetto egli manifestò a favore del Melloni.
(a ^g) Si legga bene tutto quello che dice questo fisico, e si vedrà come chiaramente
ammette egli che la indotta di prima specie non tende (Vedi Traitè d'életricité,
Paris 1854. Tomo I, pag 130-131). Pertanto se nella sperienza da esso ivi ci-
tata la indotta medesima non tende, nel caso dei dischi metallici, perché deve
tendere nel caso in cui, l'indotto sia un cilindro isolato, invece .di un disco iso-
lato anch'esso ? La buona logica non può riconoscere che uno di questi due casi
sia diverso dall'altro; ed una volta riconosciuto, che la indotta non tende, in un
caso qualunque, bisogna concedere che non tende in ogni altro. Si legga ezian-
dio nella stessa opera il § 1.° del capitolo. 14, pag. 94-97 e si avrà un'altra prova
evidente di quanto sopra fu concluso.
(a gg) Favorevole alla teorica di Melloni (Vedi Comptes Rendus, Tomo 59, séance du 21
octobre 1864, pag. 729.
(a <^) Parla egli sempre di elettricità dissimulata (Traitè de physique expèrimentale et
raathématique. Paris 1816. Tomo 2, pag. 367, 374, cioè sempre ammette almeno
implicitamente, che la indotta di prima specie non abbia tensione. Lo stesso di-
casi delle pag. 382, 386. Secondo De la Rive fra i fautori della elettricità dissi-
mulata, o meglio detta vincolata, si annovera eziandio Biot con un gran numero
di altri fisici. (Vedi Archives, Nouvelle période, Tomo IV, Année 1859, pag. 1,89,
lin. 20.
(a o.,) Nella sua fisica Tomo 2.°, parte 2.^ pag. 704, § 1223, fig. 286 pur esso mostrasi
favorevole ad ammettere che la indotta di prima specie non tende.
(a 33) Nella rivista contemporanea che si stampa in Torino, anno IV, volume Vili, fa-
scicolo 37, ottobre e novembre 1856; a pag. 245-270, avvi compilata da Federico
Napoli la vita e le scoperte di Macedonie Melloni, ed pag. 248, lin. 13 salendo, si
trova un brano tutto favorevole alla teorica di Melloni; ed inoltre nel capitolo VI»
pag. 2G3.... 207 si espone e si riguarda per vera la teorica di Melloni.
(a^) Antonio Nobile 1858 fisico m Napoli, fu amico intrinsico e collaboratore di Mel-
loni, e pubblicò nel giornale Arcadico, tom. 8.° della nuova serie del giornale
medesimo, una memoria intitolata: Esam.' critico ed esperimenti intorno al prin-
cipio di dissimulazione nella induzione elettrostatica. In questa memoria trovasi
la riunione delle due pubblicate dal Nobile nel voi 2. delle memorie della R. Ac-
cademia delle scienze di Napoli pel 1855, 1856, 1857, tip. di Federico Vitale. So-
stenne sempre il Nobile con valevoli argomenti e sperienze in tutte le sue molte
pubblicazioni .sul proposito, essere vera evidentemente la dottrina di Melloni sulla
elettrostatica induzione.
(a ^) Riportiamo qui la frase di questo fisico che cioè la tensione della indotta di prima
specie è massima per l'inducente ed è nulla per tutto il resto. (Vedi Nuovo Ci-
mento, Tomo III, 1856, pag. 223. Vedi anche il Corso di Fisica dello stesso Mat-
teucci, 1850, 4.81 edizione, pag. 178, colonna I."-, lili. 11 salendo).
('a 33) Questo giovane fisico in varie memorie pubblicate nell'Accademia Pontificia dei
Nuovi Lìncei, ha concorso con opportuni sperimenti ed argomentazioni a provare,
che la indotta di prima specie non tende.
m) Nel suo corso di fisica elementare, Parigi 1868, pag-. 404 e 405 ammette che nel
condensatore di Volta la indotta di prima specie, che si trova in uno dei suoi
due piattelli, non possiede tensione.
(a gg) La fisica tedesca di questo autore tradotta in Italiano dall’Ambrosoli, ritiene per
vero che la indotta di prima specie non tende.
fa gg) II modo col quale questo fisico illustre spiega l'azione delle punte, per- preservare
dal fulmine g-li edifici, non include la idea che la elettricità indotta di prima spe-
cie parta dalle punte per neutralizzare quella della nube inducente (Vedi Histoire
de l'Académie, année 1788 pag'. 692). Da questo modo di vedere del Coulomb, si
può argomentare che questo gran fisico non riconosceva tensione veruna per
parte della indotta di prima specie.
(a 30) Nel trattato di elettricità di questo autore francese, Tomo I. Paris 1857, a pag
86 si trova un articolo intitolato : La induzione a traverso i dielettrici può eser-
citarsi in linee curve, e per dimostrare ciò, si riportano dal medesimo autore pa-
recchie interessanti sperienze di Faraday. I sommi fisici inglesi come Thomson,
Maxwell, Faraday ed altri ammettono tutti la induzione curvilinea che tanto fa-
cilmente si può coll'esperienza dimostrare ; però alcuni fisici italiani la negano,
ed io che l'ammetto mi trovo molto onorato di essere d'accordo coi sopra nomi-
nati fisici. Nella fisica del citato autore pag. 118-131 si trova il medesimo esser
convinto che la indotta di prima specie non tende.
(ag^) Dice questo fisico che non ammettendo, nelle sperienze di Faraday, la man-
canza di tensione per parte della indotta di prima specie perdono totalmente di
valore. E un appoggio molto autorevole per la teorica di Melloni da me sostenuta,
che Faraday se non esplicitamente al certo implicitamente, vale a dire come cosa
che non abbia bisogno di essere dimostrata, ritenga la indotta indicata priva di
tensione, cioè priva della facoltà di agire sui corpi circostanti (Vedi Lehrbuh der
experimental physik, edizione I.21 Leipzig 1863, voi. .II, pag-. 695).
(a gq) Questo distintissimo fisico non s'ingannò quando mise in evidenza la contraddi-
zione in cui cadono quei fisici, e sono moltissimi anche fra i moderni, dai quali
si nega che la indotta di pnma specie sia priva di tensione, quando trattasi della
nota sperienza del cilindro indotto; mentre ammettono essi questa privazione,
quando si tratta del piattello accumulante nel condensatore. (Vedi Annales des
chimie, et de physique 3.111® sèrie, année 1854. Tomo 42, pag. 374 nota (1). Vedi
anche De la Rive Traile d'électricité théorique et pratique, Paris 1858, Tomo III.
pag.682,lin. 19. —Ed anche PoggendorffAnnalen, Tomo 37 pag. 142 anno 1865.
(a 33) Questo fisico professore del R. Istituto in Roma, detto Leonardo da Vinci, ogni
anno ripete nel suo corso le sperienze principali, che dimostrano essere la indotta
di prima specie priva di tensione.
(a 3^) Nell'Annuario scientifico ed industriale, pubblicato in Milano (parte 1 .'*) anno 3.d
1866, che io posseggo, trovasi a pag. 124 un», notarella in cui si riguardano in-
gegnosissime le mie sperienze sulla induzione elettrostatica per sostenere, la ipo-
tesi di Melloni.
(a gy) Vocabolario di Gehier, pag. 229. voi. 3.° cap. V, pag-. 297 si trova un articolo
di Pffaf sopra la, induzione, nel quale è detto che una piccola palla dì sambuco
isolata, e posta in contatto con qualunque punto dell'indotto, da sempre una ca-
— 10—
rica omonima della inducente; (si legga tutto questo articolo nel quale si sostiene
che la indotta non tende). Alla pag. 301 dice lo stesso autore; che la indotta—E
dev'essere completamente vincolata ; e non può in verun modo agire al di fuori.
A pag. 302 dice — la vera maniera di ravvisare il cilindro indotto , è quella di
riconoscere che il medesimo possiede in ogni suo punto le due diverse elettricità,
con questo, che la contraria della inducente si trova più verso la inducente, e che
la omonima si trova più nella estremità opposta dell'indotto medesimo; si parla
in questo articolo a pag. 304 anche della influenza sopra i non conduttori.
N. B. In questo cap, V intitolato Atmosfere elettriche e induzione, si dimostra sempre
la mancanza di tensione della indotta.
(a og) Nell'articolo elettroforo del voi. 2 pag. 847, si trova un lungo ragionamento sul-
l'elettroforo del tutto favorevole al caso della non tensione della elettricità indotta.
(a o«) In questo congresso, fu deciso unanimemente, quanto siegue : « Considerando
che il fenomeno della induzione elettrostatica ha una importanza veramente fonda-
mentale ; udite le comunicazioni dei prof. Volpicelli e Pisati, le quali hanno bene
avviato la discussione su questo interessante argomento, e vista la deficenza del
tempo, perché il prof. Volpicelli possa svolgere le sue obbiezioni ai lavori ultima-
mente pubblicati dai prof. Pisati e Cantoni; la Classe invita i fisici e special-
mente quelli che hanno preso parte alla discussione in proposito già fatta, perche
vogliano pubblicare per mezzo della stampa le loro idee, ed i risultamenti delle
loro ricerche, relative a così importante questione. » Dal Congresso degli scien-
ziati italiani Classe Prima li 6 settembre 1875.
firmato : II Segretario
L. GATTA.
(a og ) Si dichiara molto favorevole alla moderna teorica di Melloni, con una sua let-
tera diretta al prof. Volpicelli, del 15 maggio 1857.
Non abbiamo creduto necessario fornire di note i nomi
dei fisici riferiti nel secondo registro, pag. 13, e contrari alla
teorica di Melloni ; 1.° perché a ciascuno di essi si è da me
recentemente risposto, dando alle risposte medesime una e-
stesa pubblicità, la quale mi dispensa fare delle ripetizioni
superflue.
2.° perché le obbiezioni di costoro, qualunque sieno, tutte
vengono distrutte dalla sperienza, la quale dimostra in primo
luogo non esistere sull'indotto isolato, la linea neutra ; in se-
condo luogo, non essere la indotta di prima specie fornita di
tensione, perché non può neutralizzarsi colla contraria; in
terzo luogo perché la esistenza della induzione curvilinea è
indubitata.
Per comodo degli oppositori miei
registro qui appresso alami nomi di qvei fisici contrari alla mo-
derna teorica di MELLON1 sulla elettrostatica induzione :
1. MOHR
2. OHM
3. RI.ESS.
4. FECHNER.
5. MUNCK AF ROSENSCHOLD.
6. PISATI.
7. CANTONI GIOVANNI.
8. PALMIERI LUIGI.
9. LUVINI GIOVANNI.
10. MACALUSO DAMIANO.
11. FINTO LUIGI.
12. COVI GILBERTO.
Confrontando queste due note di alcuni fisici favorevoli, e di
alcuni altri contrari alla moderna teorica del celebre fisico italiano
Macedonio Melloni, si vede che non sono solo, in Italia e fuori, a
sostenere la teorica medesima, e che mi trovo in questa lotta
molto bene accompagnato. Laonde abbiamo per lo meno il
diritto di ritenere tale quistione come non ancora risoluta ; per-
ciò mi sembra troppo azzardato, se non erro, il giudizio as-
soluto dell'ottimo Cantoni contro la teorica moderna di Mel-
loni sulla elettrostatica induzione; tanto più che una Com-
missione nominata dall’ Accademia delle scienze dell' Istituto
di Francia, composta dei-signori Fezye, Fremy, Edm. Bec-
querel, Jamin, Du Moncel, Bertrand, e Desains, fisici al certo
non di minore competenza dei miei oppositori, non ha voluto
ancora dare. il suo giudizio sull'attuale controversa quistione,
— 12 —
Desidero inoltre che i miei lettori rammentino essere
le mie pubblicazioni, relative al soggetto attuale, per lo più
risposte agli oppositori miei; e che il rispondere, in ispecie
quando si hanno buone ragioni per farlo, è un diritto, che
non può negarsi a chiunque da chicchessia. Perciò dovrà
cessare la meraviglia di coloro i quali riguardano prolungate
di troppo le mie risposte agli oppositori stessi.
Il chiarissimo Berthelot assai bene giustifica il suo re-
sistere, dicendo : (Comptes rendus, N. 3 del 20 gennaio 1879,
pag. 103) : « Io non resisterei punto, se non potesse risultare
« un grave danno per la scienza, da questa confusione per-
« petua, e quasi sempre senza coscienza, fra quello che è
« provato, e quello che non lo è punto. » Possiamo bene ap-
plicare questo concetto alla quistione che attualmente sostengo.
Fra queste buone ragioni, per le quali si risponde vit-
toriosamente dimostrando vera la teorica di Melloni, ve ne
ha una principalissima che consiste nel riconoscere sperimen-
talmente la non esistenza della cosi detta linea neutra sull'in-
dotto isolato, per la quale non esistenza si ha il diritto di
negare l'antica teorica sulla induzione stessa ; poiché man-
cando la linea neutra, manca una parte essenziale di questa
falsa teorica, perciò la medesima non può più a lungo soste-
nersi nell' insegnamento.
Un'altra buona ragione consiste nell’interrogare il calcolo,
per vedere se questo mezzo conduce o no a stabilire la esi-
stenza della linea neutra; perché se il calcolo sarà favorevole
a questa esistenza, esso si dovrà giudicare inesatto trovan-
dosi contraddetto dall’ esperienza, la quale chiaramente dimo-
stra non esistere questa linea neutra. Pel contrario se il
calcolo medesimo negherà si fatta esistenza, esso verrà con-
fermato dagli sperimenti con esattezza istituiti, e perciò rie-
scirà favorevole alla moderna teorica di Melloni.
Una terza buona ragione si avrà con accertarsi, che
non poche conseguenze dedotte dal calcolo, e paragonate con
quelle dedotte collo sperimentare, si trovano in. opposizione fra
. 13
loro e per conseguenza il calcolo medesimo deve pure in
questo caso cedere alle conseguenze sperimentali. Tutto ciò
sarà posto in piena evidenza nella mia opera di due volumi
che sto pubblicando, il primo dei quali è per essere dato
in luce fra poco, di cui già 428 pagine sono stampate. In questo
primo volume sarà pure dimostrata la esistenza della elettro-
statica induzione curvilinea, riconosciuta da Faraday pel primo,
ed ammessa da ogni fisico inglese fra i quali Thomson e Max-
well, e giustificata dal solo buon senso.
Dice l'illustre Faye (V. Comptes rendus, t. 78, N.° 14, se-
duta del 6 aprile 1874, pag. 934, lin. 18) «Le teoriche nuove,
« non sorgono d' ordinario come le grandi scoperte di fatti
« immediatamente verificabili, per lo strepito di un' appro-
« vazione immediata ed universale; ma si fanno esse accet-
« tare poco a poco, in ragione della parte di verità che con-
« tengono, e che dei giudici competenti cercano a mettere in
« chiaro, per mezzo dell'esame, e della discussione ». Noi
crediamo che queste parole bene si addicano all'attuale nuova
teorica del Melloni.
Da ultimo si deve osservare che 1' illustre G. Cantoni
nel suo pregiatissimo corso di fìsica stampato in Milano, a
pag. 595, prop. 16 si esprìme dicendo :
« L'induzione elettrica, si verifica, ancorché fra l'indu-
« cente e l'indotto s'interponga una lastra di vetro o d'altro
« coibente, e cessa invece o non si produce, interponendo
« un'ampia lastra conduttrice comunicante col suolo. »
Da ciò discendono due conseguenze necessarie, 1.° che
quando la lastra conduttrice sia sufficientemente ampia la
induzione cessa ; 2.° che quando l'ampiezza della indicata
lastra, non sia sufficiente, allora si ha sull'indotto un'azione,
la quale dovrà essere necessariamente curvilinea.
Inoltre a pag. 596, prop. 19.'1 lo stesso autore si esprime
dicendo: «L'induzione elettrica fra due conduttori isolati, è
« sempre dovuta alla polarizzazione del coibente interposto.
« Nel più dei casi è l'aria atmosferica, che polarizzandosi
« trasmette l'induzione. »
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Ed a pag. 597, lin. 18 si esprime in tal guisa. « Sem-
« bra per tanto plausibile l'ammettere, che pur quando fra
« l'induttore e l'indotto siavi soltanto dell'aria i varii filetti
« di molecole di questo paralizzandosi, costituiscono tante
« linee d'azione elettrica, fra i vari punti delle superfìcie af-
« facciate di tali due corpi. »
Ibidem a pag. 597, linea 1 dice ancora l'autore stesso:
« ..... le molecole del liquido coibente interposto fra le
« palline, costituendo fra queste varie linee fazione elet-
« trica, in un modo affatto analogo alle linee d'azione ma~
« gnetica, che si costituiscono colle particelle di limatura,
« tra i due poli di un magnete. »
Da tutto ciò si vede che il Cantoni ammette i due fatti
già dimostrati da Faraday, ed ammessi da molti altri, cioè
1.° che la indotta di prima specie non tende, perché non
traversa i corpi conduttori; 2.° che l'aria interposta fra la in-
ducente e la indotta, si polarizza molecolarmente, perciò
produce la induzione curvilinea, quando s'interpone fra la in-
ducente e l'indotto una lastra, che non sia sufficientemente
ampia.
Quindi reca meraviglia, come il Cantoni abbia ricorso
al chiarissimo prof. Felici, il quale negò già la esistenza della
induzione curvilinea.
È inoltre chiaro, che l'ottimo Cantoni si è contraddetto
nelle opposizioni da esso fatte alla teorica di Melloni, sulla
elettrostatica induzione, ammettendo nella sua citata fìsica,
quei principii, che poi ha negato nelle posteriori sue pub-
blicazioni, contro la stessa moderna teorica di Melloni, da me
sostenuta.
Per dare una dimostrazione assai logica di questi due
principii di Faraday, ora citati, ragioniamo come appresso :
Ammesso che ogni corpo inducente, genera sopra ognuna
delle molecole d'aria circostante ad esso, le due indotte fra
loro contrarie, si prenda un piano di prova, e s'immerga
nello spazio da queste molecole occupato, esso piano rice-
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verà una induzione da ognuna di queste molecole, che sarà
di natura omonima della inducente stessa ; e perciò se questa
inducente sarà positiva la induzione ricevuta dal piano di
prova stesso, sarà negativa. Se poi si volesse che anche la
indotta di prima specie, contenuta in ciascuna molecola di
aria, agisse sul piano medesimo, bisognerebbe per necessità
convenire, che l'effetto di ambedue tali forze sul piano di
prova, sarebbe nullo, perché queste due induzioni debbono
in questo caso essere necessariamente, uguali e contrarie fra
loro, e di più perché queste due contrarie induzioni di ogni
molecola d' aria, debbono agire dal medesimo centro , cioè
dalla medesima molecola. Ma ciò non si verifica, perché la
sperienza dimostra, che Fazione della molecola, procede sol-
tanto dalla omonima della inducente in essa contenuta, e
non dall'altra contraria, cioè dalla indotta di prima specie.
Dunque deve ognuno concludere che la -indotta di prima
specie, non induce, cioè non tende; e che qualunque indu-
zione rettilinea, è sempre accompagnata dalla induzione cur-
vilinea, la quale potrà essere manifesta od impedita, ma esi-
stente sempre.
FINE