brunitoi d'agata-agate burnishers

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Minerali da collezione

lavorazione pietre dure

taglio pietre preziose    

                             

                                                                 I BRUNITOI

 

L'uso della pietra d'agata per stendere e lucidare la foglia d'oro è molto antico. Pare che risalga addirittura ai tempi degli egizi.

La caratteristica di tale pietra è che scorre sulla delicatissima foglia d'oro, la pressa e la leviga senza graffiarla.

Però il problema dell'agata è la sua lavorazione perchè, pur essendo fragile ( se si batte si può rompere), è estremamente dura e tenace; infatti risulta durezza 6,5 della scala MOHS ( come riferimento di tale scala si prende il talcp, durezza 1 ed il diamante, durezza 10.

Gli artigiani più bravi nella lavorazione di tale pietra erano i tedeschi che, fin dall'800 modellavano pietre agata ( brunitoi) di varie forme, delle quali c'era una richiesta varia da parte dei doratori ( a punta, tondi, piatti, ricurvi ecc.).

Una volta fatta, l'agata veniva fissata tramite una ghiera, ad un manico di legno e così veniva usata per stendere e lucidare la preziosa foglia d'oro.

Agli inizi degli anni '50 un artigiano fiorentino, Vittorio Bramanti, avendo fatta esperienza dell' OPIFICIO DELLE PIETRE DURE di Firenze, dietro richiesta dei numerosi artigiani doratori di Firenze, iniziò la produzione di tali attrezzi, visto che la produzione di questo articolo in Germania era quasi cessata nel dopoguerra.

Così fu iniziata la lavorazione di questo articolo anche a Firenze con forme che più si adattavano alla richiesta locale ed anche con costi notevolmente più bassi.

L'agata grezza veniva dalla Sardegna, il manico veniva ricavato del legno di leccio e le ghiere di ottone venivano prodotte manualmente con grande lavoro.

Con il tempo la produzione si è evoluta anche se l'a pietra agata è sempre lavorata e finita a mano.

Ora la pietra grezza viene dal brasile, e la ghiera è ricavata da una barra di pieno di ottone in modo di fissarsi saldamente al manico di legno.

L'attività rimane ancora a Firenze ed è seguita dai figli dell'artigiano iniziatore di tale lavoro rimasto ancora artigianale malgrado lo sviluppo della tecnologia.

 

                                                              

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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