il cervello radiante
Quì mi sto addentrando in un argomento che per la scienza è ancora molto incerto e che, anche se mi incuriosisce, non mi convince. Però, essendo interessato in tutto quello che riguarda la comunicazione, in particolare quella con onde radio, non posso esimermi di esaminarlo.
Partirò dall’esame di un volume pubblicato a cura del Centro Ticinese Studi di Radiestesia, CTSR nel 1955, ottima edizione tipografica ed un ottima impressione dell’impegno degli studiosi che vi hanno partecipato, giudizio che mi sento di dare in quanto non ci sono tanti discorsi, ma tabelle e metodi di lavoro che dimostrano un serio approccio scientifico. Io sono troppo presuntuoso per non criticare quell’approccio: non credo che queste da queste cose esoteriche si possa ricavare molto col metodo “provando e riprovando” che è stato la base della scienza attuale, vi si dovrebbe piuttosto trascendere, ma, probabilmente, ancora non siamo maturi o non lo saremo mai.
In ogni modo andiamo avanti.
Illustriamo subito uno strumento realizzato dal CESTRA, ideato in seno al CTRS per misurare le “emissioni” umane e delle cose: Un regolo lungo 40 cm e largo 5, graduato in cm, dotato di una ghiera scorrevole simile a quella di un regolo calcolatore, viene disposto est ovest, in modo che il radioestesista guardi il nord. Il pendolo viene posto sopra l’allargamento del regolo.
Il campione da esaminare si pone sulla piccola lastra che è collegata, tramite un filo conduttore, ad il cursore. Appena notata la reazione del pendolo si scorre il cursore fino a che non notiamo l’inversione del movimento del pendolo: quello è un punto di interferenza. proseguendo troveremo sul regolo, alla stessa distanza un’altra interferenza, legata alla configurazione dell’onda come si presenta da est ad ovest.
La misura rilevata, direi che è il battimento tra due frequenze e deve contenere perciò la lunghezza d’onda personale lambda p ed analogamente quella oggetto, lambda 0. Il prof Charles Henry ipotizza la lunghezza d’onda della radiazione umana uguale a 9,48 micron o 9,48 per 10 alla –4 cm. Il testo afferma che la misura data dal campimetro, mediamente 19 cm, non è altro che un armonica (?) di questo valore. Infatti la relazione empirica, che illustro ma non capisco, è lambda 0=valore dato dal regolo diviso 2 e ridotta da cm a micron ovvero di 10000 volte. Direi piuttosto che la lunghezza data dal campimetro dovrebbe essere quella di una guida d’onda risonante ad un multiplo della frequenza per numeri interi, ma questa dovrebbe avvenire anche per multipli inferiori, e ciò non mi torna. Poi si parla di automisurazione della lunghezza d’onda personale oppure di misura tramite il confronto di due soggetti, ma nel testo non si capisce e non è poi lo scopo della mia ricerca. Quello, se mai che si dimostra è che questi fenomeni radioestesici sembrano determinati da grandezze che hanno caratteristica oscillatoria, che siano onde radio o di un’ipotetica energia.
La lunghezza d’onda della radiazione umana appare appartenere a quella ei raggi infrarossi, mentre la risultante lunghezza misurata dal campimetro, appare appartenere alla microonde. Più avanti nel testo si parla anche di energia consumata in quei processi e si parla di 1/1000 di joule e si confronta con l’energia delle particelle quantistiche addirittura affermando che in quei processi si manifesta la creazione di piccole quantità di materia prevista dalla meccanica quantistica. Io non voglio espormi troppo, ma mi pare che gli autori passano sopra a decine di zeri: l’energia di una particella gamma (campo della radioattività, lunghezza d’onda 10 alla meno dieci cm) è sui 3x10 alla meno 7 erg e si parla di 10 alla quinta elettronvolt che è ben superiore alle energie di radiazioni che abbiano lunghezza d’onda di 16 cm (microonde)di cui si parla e nemmeno di 9,3 micron (raggi infrarossi)
Per il resto sono riportati dettagliati diagrammi e tabelle tratte dalle esperienze di un gruppo eterogenico di soggetti che esaminano radiazione data da forme e grandezze di oggetti (si notano variazioni sulle punte), sesso, stato di vita o di morte di un soggetto di una fotografia ecc. Si notano variazioni quando variano pressione o PH del sangue del soggetto, o temperatura corporea. Da tutti i diagrammi si evince la natura oscillatoria del fenomeno.
Il reverendo Stiattesi fu incaricato dal governo italiano di verificare i risultati delle ricerche che vari radiestesisti conducevano nelle colonie negli anni’30 a scopo di trovare l’acqua che era più difficile di trovare che il petrolio che a Mussolini interessava meno. Fece una relazione stroncante su quelle ricerche, ma poi, forse per la sua continua presenza in luoghi soggetti a certe radiazioni, acquistò sensibilità radioestesica e condusse,poi, ricerche su commissione in Italia. Lui sosteneva che le varie materie, disgregandosi, producevano delle radiazioni che si potevano rilevare. Accenna lla possibilità che il radiestesista ricevesse solo le radiazioni, oppure lanciasse una radiazione lui stessi che era riflessa ed eventualmente combinata da quella della materia in esame. Parla di onde di ritorno di lambda 40-70 cm, ovvero onde cortissime. In quanto alla materia che si disgrega si dovrebbe parlare di onde i frequenza di 10 alla –20 hertz, ovvero 10 milioni di volte a quella dei raggi infrarossi alla quale sembravano appartenere le onde citate dal CTRS.
Stiattesi realizzò un apparecchio detto radioanalizzatore, analogo ad un cavalletto da telescopio fornito della sua testa equatoriale graduata, sul fronte del quale venivano applicate aste o parabole a mo di antenna, dietro alle quali veniva piazzata un asta da una settantina di cm che faceva da linea di Lechler. Nel punto in cui si appoggiava la bacchetta si poteva trovare una massima reazione della stessa, che indicava la specie della materia. L’angolazione dell’antenna dava direzione della sorgente e, con opportuna triangolazione si poteva notare distanza e profondità di questa.
Stiattesi parla anche di un misterioso strumento di produzione tedesca, il Panrheumeter, una specie di bussola che rilevava le varie emissioni radiestesiche. Parla anche di uno strumento particolare che serviva a riattivare le doti radiestesiche sopite dell’individuo e che aveva adottato lui stesso con successo. Questo era il riattivatore di Meyer costituito da una scatola con due fori, uno illuminato da una lampada rossa, l’altro blu. Passando con la bacchetta alternativamente sopra i due fori si otteneva la riattivazione!
Il cervello umano è sede di oscillazioni elettriche a bassissima frequenza (10-20 hz) che conosciamo dagli encefalogrammi. Tali onde si propagherebbero con molta difficoltà al di fuori del circuito elettrico mancando in questo la gigantesca antenna che mancherebbe per onde così lunghe.
Il Prof. Cazzamalli fino dagli anni ’20 rilevava, però, anche frequenze nel campo delle onde cortissime. 40-70 cm o 1m. Nelle esperienze che conosco il professore metteva un individuo in stato di sonno normale od ipnotico e poi ne sollecitava i sensi con suoni od immagini che ne colpissero i sensi più nascosti. In quelle condizioni si notavano intense emissioni ad alta frequenza, tali che nel 1926 rilevava con una galena. Risolti i problemi di rapporto segnale/disturbo con i moderni ricevitori e con l’ausilio del radiotecnico Gnesutta, ottenne risultati soddisfacenti con un generatore ad alta frequenza che emetteva vicino alla testa dell’esaminando. Anche il dott Leonello Boni collaborò con lui. Questi probabilmente collaborò col colonnello Bardeloni che vedremo dopo. Cazzamalli rilevava questo segnale con un ricevitore, prima una galena, poi una supereterodina appositamente concepita per onde di 1 metro (300 MHz). Cazzamalli affermava che il segnale dell’oscillatore amplificava quelli del cervello, secondo lui emessi alla stessa frequenza, con un fenomeno simile alla superreazione.
Il ricevitore era una speciale supereterodina con oscillatore locale a valvola a corna funzionante con griglia fortemente positiva secondo il principio di Barkausen, media frequenza , rivelatore ed amplificatore audio. Non mi tornano affatto le affermazioni del professore che, direi, non dimostra molta competenza in radiotecnica. Per me il segnale dell’oscillatore posto accanto al soggetto da esaminare unito linearmente (ovvero senza mescolarsi,salvo che si mescolasse nel cervello stesso, massa che faceva da primo rivelatore-mescolatore) alla frequenza emessa dal cervello si presentava al rivelatore posto all’ingresso del ricevitore esaltandosi in intensità, risultandone prima una media frequenza, poi un segnale audio rilevato mediante strumenti e pellicola sensibile.
Il soggetto in esame era posto in una stanza schermata con lastre di rame ed aveva un nastro di rame accostato alla testa vicino al quale stavano l’antenna del generatore e quella del ricevitore.
Le esperienze proseguirono per oltre trent’anni,dal 1926 ai tardi anni ’50, ma sembrerebbe che in tutto quel tempo non sia venuto fuori niente di interessante.
Carlo Bramanti maggio 2007
Il 30 dicembre 1958 si spenge Ferdinando Cazzamalli. Specializzato in neuropatologia fu libero docente alla Clinica Neuropsichiatrica dell'Università di Roma. La sua opera, oltre alla professione ed all'insegnamento si rivolse anche allo studio dei fenomeni paranormali, in particolare alle sensazioni psicosensoriali e le radiazioni elettromagnetiche del cervello. Fin dal 1927 esperimentò su moltissimi soggetti esplorando con radioricevitori adattati (all'inizio anche la galena) a ricevere il campo delle onde corte fino alle microonde. Ancora poco prima la sua scomparsa stava sperimentando con onde millimetriche. Non è stato possibile accertare se le emissioni del cervello in particolari stati di eccitazione psichica (trance od ipnosi) sono fenomeni primari del pensiero o fenomeni secondari dovuti ad impulsi di correnti elettriche generati da contrazioni muscolari , variazione di concentrazione del plasma od altro. Queste manifestazioni non si presentano durante la normale attività psicofisica.
Nel 1937 fondò la Società Italiana di Metapsichica ( in quei tempi tale attività era incoraggiata anche da Hitler), che nel dopoguerra si trasformò in Associazione. Ne fu fondatore e presidente attivissimo sino alla morte, oltre a dirigere la rivista Metapsichica.
L'attuale conoscenza del cervello ne da un attività elettrica limitata a frequenze bassissime, 20 Hz o minori, che secondo la scienza non possono dare radiazioni a distanza sensibile. Direi che gli studi di Cazzamalli non abbiano portato a niente altro che baffi sulla carta dei registratori dai quali si può interpretare veramente poco. Ho però più volte occasione di far notare che è vano spiegare e studiare i fenomeni paranormali con la scienza di Galileo, occorrerebbero altri approcci che si svincolino totalmente da questa.
Dicembre 2008
Ad un certo punto ho trovato su una pubblicazione di carattere esoterico di Adriano Borghini, che Bardeloni riceveva, tramite radiogoniometro, la radiazione spirituale dell’uomo che variava con l’età e si spostava verso una direzione del cielo alla sua morte, a differenza di quello del gattino del Bardeloni che si spense totalmente con la morte. Oltre a questo studiò le spirali di Lakhowschy, che noi ora ritroviamo in quei braccialetti di rame che vendono anche le farmacie e che sono usate per curare i dolori. Questi anelli aperti risuonano ad una certa frequenza intorno ai 70 cm di lunghezza d’onda ( guarda caso che una lunghezza analoga era propria della combinazione della radiazione radiestesica dell’individuo con quella dell’oggetto ricercato trovata da Raffaele Stiattesi che troviamo in queste biografie) e si trovano reclamizzati come curative in forma di cinture ecc. Addirittura sembra gli abbia sperimentati intorno alle piante di geranio curandone certe malattie proprie di questa pianta. B
Lakhowscky realizzò l’oscillatore doppio che emetteva frequenze tali su varie gamme che si ipotizzava , usate con opportune antenne risonanti, potessero curare persino il cancro. Pio XII fu curato anche con queste speciali antenne fissate al letto.
Bardeloni invece iniziò le sue esperienze avendo notato che in uno scritto l’inchiostro emetteva particolari onde che erano diverse da quelle dell’inchiostro del calamaio e dipendevano dall’individuo che scriveva. Nel 1927 col suo metodo riuscì a determinare la iniziale sopravvivenza di un giornalista che era rimasto nello spezzone disperso del dirigibile Italia ed, il giorno dopo, la sua morte.
Secondo l’archeologo Pincherle, Bardeloni morì prematuramente e le sue carte furono spedite in America su di una nave che affondò. Dunque rimane il mistero. Noto però un’analogia con il destino di altri scienziati che ad un certo punto credono di aver capito tutto ed iniziano un percorso esoterico. Vediamo Raffaele Stiattesi che a un cero punto fu ignorato dal mondo scientifico ed anche un noto divulgatore della scienza della radio, Domenico Ravalico, che in vecchiaia ha pubblicato un lavoro del genere creazionistico che direi esoterico e che viene letto su “Radio Maria”.