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Marconiphone
è il nome dato ad una serie di ricevitori i cui chassis erano costruiti dalla
Plessey per la Marconi e destinati ad usi domestici. La Plessey costruiva
ricevitori non marcati anche per altre case e li costruì per la Marconi fino al
1926. Intanto, dopo una serie di avvenimenti, la sussidiaria della Marconi
Wireless Telegraph, Marconi Scientific, prese il nome Marconiphone Limitated
precisamente nel dicembre 1923, con lo scopo di commercializzare apparecchiature
domestiche e continuò, come abbiamo detto, fino al 1926 a servirsi dalla
Plessey. Nel 1922, insieme al Marconiphone V2, alla galena a doppio circuito
Crystal A ed al ricevitore a valvola e cristallo, costruì la più semplice
Crystal junior. In tutti i modelli erano comuni spine e zoccoli non invertibili
che impedivano connessioni errate o corti circuiti alle batterie eventuali o
l'inversione tra la batteria ad alta tensione con quella dei filamenti. In tutti
l'induttanza della bobina di sintonia era variata con un sistema a
"paletta" (spade tuning) ovvero muovendo una placca piana di rame di
fronte alle bobine a fondo di paniere oppure duolaterali che erano contenute in
cartelle di legno od ebanite
sostituibili per il cambio d'onda. L'effetto della paletta è di abbassare
l'induttanza in proporzione alla superficie che vi si affaccia. Secondo la
Marconi questo sistema permetteva un acuta selettività superiore a quella dei
variometri tradizionali. Inoltre presentava il gran vantaggio, per i ricevitori
di allora, di non sentire l'influenza della mano dell'operatore.
L'apparecchio
Il
Crystal junior è un ricevitore a cristallo con una singola bobina di sintonia.
Questa bobina è montata in un blocco estraibile di ebanite e veniva fornito un
numero tale di blocchi da coprire da 300 a 3000 metri. Talvolta la bobina aveva
due prese, una per un antenna lunga, l'altra per un antenna corta e per fare
questa commutazione si capovolgeva la bobina. Il supporto del cristallo permette
l'uso di due diversi rivelatori:una galena, più delicata a regolarsi, o un
carborundum che non richiede aggiustaggi ma che è meno sensibile e richiede una
pila di polarizzazione. Il potenziale di polarizzazione necessario a portare il
carborundum nel punto più sensibile della sua caratteristica è fornito da
una
pila a secco ed una resistenza in serie di alto valore. Il potenziale risulta
così automaticamente regolato per la massima
sensibilità. La resistenza e la
pila a secco sono shuntate da un condensatore di elevata capacità per creare un
percorso a bassa resistenza per la radio frequenza. Quando si usa la galena si
toglie la resistenza dal supporto. La Marconi selezionava i cristalli di
carborundum adatti a questo uso. Nelle apparecchiature professionali la polarizzazione era diversa, senza
resistenza in serie ma mediante la delicata
regolazione di un potenziometro. La coppetta con la galena era inserita sopra il
supporto del minuscolo cristallo di carborundum ed il baffo di gatto ed il
relativo supporto venivano inseriti in luogo della molla di acciaio (normalmente
mancante) che si pressava sul carborundum. Secondo l'uso classico della Marconi
il contatto era fatto da un piattello di acciaio fissato con un dado godronato
alla molla, praticamente inutile, ma nei circuiti classici permetteva rovesciare
la posizione del cristallo, quando serviva di invertire la polarizzazione, senza
spostare nessun filo.
Questo
ricevitore non va ne meglio ne peggio di analoghi a singolo circuito, salvo che
usando il carborundum diventa molto selettivo anche se si sente meno forte che
con la galena. Con lo "spade tuning" il Q della bobina si abbassa in
quanto equivale a cortocircuitare spire della bobina con le conseguenti correnti
di Eddy. La Marconi usava di propria scelta bobine poco efficienti. Del resto anche il classico variometro è efficiente al massimo della sua induttanza ma
poco efficiente alla minima in quanto la lunghezza del filo di rame rimane
invariata. Oltre tutto il cristallo e la cuffia sono presi direttamente agli
estremi della bobina senza nessun riguardo delle impedenze. Per sfruttare bobine
più efficienti si dovrebbero ricavare prese intermedie, cosa che praticamente
non veniva mai fatta. Nel nostro caso il fatto che col carborundum è più
selettivo dimostra che la sua caratteristica di alta impedenza (circa
10000 ohm) si sposa con quella del circuito risonante formato dalla capacità di
antenna e dalla bobina, ovvero che la resistenza equivalente di questi ultimi è
uguale a quella del cristallo più cuffia. Nel caso del cristallo di galena, di
resistenza molto più bassa, il
circuito risonante viene malamente caricato e si perde in selettività. Per fare
un lavoro come si deve ci vorrebbe una presa intermedia.
La
scatola è di legno coperta di carta imitazione "marocchino". Sul
coperchio c'è il marchio MWT e Co. e sul frontale una calcomania con la
classica firma di Marconi. Questi due marchi vennero tolti e sostituiti da
patacche di carta rossa col marchio "The Millet Set", quando nel 1925
la ditta Millet rilevò gli stock della Marconiphone.
In alcune delle foto è illustrato il modello Crystal A Type RB3 M2 a doppio circuito accordato e con i due cristalli montati in modo fisso.
Nelle figure è illustrato anche il ricevitore e l'amplificatore audio ad una valvola.
Carlo Bramanti