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  museion  restauro delle antichità brevetto Ulivi Planta

brevetto per visione stereoscopica

brevetto per trovare metalli nel sottosuolo

vedi anche http://www.citwf.com/film431720.htm

Giulio Ulivi, seconda parte

Dalla lettura del libro  del 1976 di Pietro Alberghi che fa la biografia di Giacomo, figlio di Giulio ed eroe della resistenza, probabilmente intervistando la madre Maria Luisa, a integrazione delle notizie date sotto appare:

Il nostro protagonista Giulio Ulivi di Luco del Mugello nasce da Ubaldino e da nonna da parte di madre slava.

Prima di Giacomo ci sono un figlio morto e tre aborti.

Durante il suo soggiorno nell'Isola Tiberina il Tevere  alluvionò la sua casa con gravi danni per le masserizie e lo costrinse  spostarsi altrove a Roma

Nel settembre 1939 segna il distacco del figlio da Giulio:Le truppe di Hitler preparano l'invasione del Lussemburgo., Belgio, Olanda che avviene nel maggio successivo. Giacomo ha 15 anni

L'ammiraglio Fornari muore quando il bambino ha pochi anni.

Pietro Alberghi, dalla biografia di Giacomo Ulivi, 1976

Giacomo Ulivi nacque a Parma zona suburbana Baccanelli di S. Pancrazio a metà strada dal centro cittadino e la sponda destra del Taro. E’ il 29 ottobre 1925, da 10 mesi Mussolini col noto discorso del 3 gennaio alla Camera dei deputati ha posto fine al vecchio Stato costituzionale, liberale e parlamentare per dare ufficialmente inizi alla dittatura.
Giacomo viene alla luce nella villa le nonno materno ammiraglio Fornari, una costruzione ampia ed armoniosa circondata dal verde degli alberi.
Il nonno da anni in pensione ha trascorso gran parte della sua vita sulle navi della flotta militare italiana, si sente ancora un soldato e vivi sono il suo senso del dovere  e dell’ordine costituito.
La nonna Bianca Bottaini, discendente da una famiglia della buona borghesia ( il padre avvocato era stato consulente di Vittorio Emanuele II),  colta, di modi raffinati e dotata d grande sensibilità, avrà un peso notevole nella formazione del giovane.
La mamma, Maria Luisa ha sposato il padre, Giulio Ulivi toscano da parte di padre, ma di madre slava.
iulio Ulivi, grazie agli studi compiuti per buona parte all’estero e in particolare a Parigi, ha saputo conquistare la stima di non pochi studiosi italiani e stranieri. E’ uno scienziato, un uomo dal temperamento rigido, razionale, deciso a tradurre nella realtà le sue intuizioni scientifiche.
Un anno dopo la nascita di Giacomo, il 1926,Giulio viene infatti chiamato a Roma ed il governo italiano gli mette a disposizione una casa nell’isola Tiberina poiché possa continuare i suoi esperimenti
Giacomo soggiornò in quella fino al 1929 quando le acque del Tevere improvvisamente ingrossato invasero alla loro abitazione rovinando mobili e masserizie e costringendo la famiglia a cercare ospitalità altrove. Però in quegli anni sentì  il bisogno di recarsi ogni estate nella villa della nonna materna.. la sua costituzione era delicata…
Qui godeva della compagnia dei genitori della madre e della zia Teresa. E se l’ammiraglio conduceva un tenore di vita molto riservato la nonna si guadagnò subito la simpatia del nipotino…
Quando Giacomo compie 5 anni(1930) il padre viene chiamato a Bruxelles dal governo belga interessato alle sue scoperte; lo accompagnano moglie e figlio
Nella capitale belga, notevole centro industriale, culturale e commerciale, Giacomo si trova subito a proprio agio.
 La buona conoscenza della lingua francese gli permette di conversare con gli adulti e partecipare  ricevimenti ufficiali presso le ambasciate ed ambienti culturali…
Dal padre che ammirava molto, Giacomo ricevette le prime nozioni scientifiche, gli interessavano particolarmente le automobili e si sforzava a comprenderne il complesso meccanismo del motore .
 A 7 anni Giacomo lascia definitivamente il Belgio per stabilirsi con la madre nella villa a Baccanelli dove, per la morte dell’ammiraglio avvenuta 3 anni prima, rimane solo con la madre e Teresa.
La separazione se pure temporanea dal padre dovette costituire un duro colpo per il ragazzo e la conseguenza fu un maggiore attaccamento alla madre.
Per la signora Ulivi che ha già provato il dolore di perdere un altro figlioletto e vedere interrotte tre gravidanze…..
Ha lasciato il Belgio permettere in primo luogo a Giacomo di frequentare le scuole italiane….
La famiglia Ulivi lascia la villa di Baccanelli per trasferirsi in centro in via Borgo Leon d’Oro- via Vittorio Emanuele II che si affacciava sulla via Emilia…
Il settembre 1939 segna il definitivo distacco di Giulio Ulivi dalla moglie e dal figlio. Le truppe di Hitler preparano già l’invasione del Lussemburgo, Belgio,Olanda che attuano nel maggio successivo. Giacomo ha 15 anni….
Inizialmente Giacomo è un ammiratore di Mussolini, ma nel 1940 si allontana dal fascio. 

Proseguo con ritagli dal giornale Il Messaggero del Mugello.

Conclusione

Cercando di concludere abbiamo notizie a sufficienza per la sua invenzione del 1914 nella quale aveva anticipato genialmente i principi del RADAR e persino quelli del Laser, per il quale si dovette aspettare il 1944. Poi la fuga, il suo presunto rifugiarsi a Bordignano, paese sperduto degli Appennini, il suo matrimonio a Milano con Maria Luisa nel 1915, la sua richiesta , al momento del richiamo a militare, di tre stazioni radiotelegrafiche per continuare da civile i suoi esperimenti. Il processo per disfattismo avendo egli dichiarato che certe banche per paura dell'invasione austriaca, si erano trasferite in Lombardia. Poi nel 1917 l'avventura di Lomazzo. Nel dic. 1922 il trasferimento da Borgo SL a Lerici. Nel 1924 nuovo trasferimento a Roma, poi a Parma nella villa della famiglia Fornari dove nell'ottobre del 1925 dopo 11 anni di matrimonio, fa il figlio Giulio. Nel 1926 si trasferisce a Roma sull'isola Tiberina dove impianta un laboratorio di ricerca. Cambia il nome  in quel periodo e lo mantiene insieme a quello suo proprio anche  a Bruxelles dove si trasferisce su richiesta del governo belga. Anche li dirige le ricerche in un istituto di egittologia. Secondo un articolo dagli USA del 1921 aveva cambiato il suo cognome in Panta già per le esperienze di Lomazzo, ma nella relazione sugli esperimenti è citato come Ulivi. Invece in Belgio brevetta col cognome Panta, e solo più tardi appare ULIVI  PLANTA

Nel 1932 moglie e figlio tornano da soli a Parma e la separazione definitiva con Giulio risulta nel 1939. Maria Luisa muore nel 1994 e viene sepolta nel cimitero monumentale della Villetta nella tomba di famiglia nella quale però non appare il padre ammiraglio Pietro Fornari.

Queste ultime notizie sono venute fuori quando è stato diffusa in internet la biografia del figlio Giacomo che aderisce alla Resistenza di Parma e viene fucilato a Modena nel 1944.  Giulio secondo le ricerche di Charles Anderson è morto nel 1948 a 67 anni dato che era del 1881.E' stato difficile trovare la data della sua morte: ad una ricerca  "non risulta tra i defunti", ne ha combinata un'altra delle sue?

Nel frattempo col nome nuovo e di  Ulivi appaiono un brevetto sulla proiezione stereoscopica, uno in un apparecchio per la prospezione elettronica del sottosuolo a valvole termoioniche. quasi contemporaneamente  al cercametalli di Fischer, del 1932 ( la Fischer costruisce ancora cercametalli). Ancora brevetta un sistema per ritrovare la superficie originale del metallo nei reperti archeologici: una successiva rivisitazioni al suo brevetto accenna a espressioni pseudoscientifiche nelle sue trattazioni, ma un concetto praticamente corretto. Brevetta anche in Brasile col nome  .Planta.

Queste ultime ricerche sono state fatte in collaborazione con due corrispondenti americani, uno dei quali, addirittura, ha scritto un libro si Ulivi : The inventor.

 

Carlo Bramanti, gennaio 2013

 

Da levi montalcini:

....giacomo ulivi nasce a parma nella suburbe di baccanelli di s pancrazio il 29 ottobre 1925 nella villa dei nonni materni l'ammiraglio pietro fornari e bianca boattini figlia di un noto avvocato.Trascorre qui con la mamma , il pare giulio e la zia teresa il primo anno di vita. L'anno seguente col padre e la madre si trasferisce a Roma ,dove il padre che gode di molta notorietà per la sua genialità e creatività, è invitato a dirigere un centro di ricerca. Nel 1930 Giulio accetta la proposta belga di trasferirsi con la famiglia a Bruxelles per proseguire in condizioni migliori che in Italia ricerche applicative alla fisica ed alla meccanica.Nei mesi estivi moglie e figlio, di salute delicata, tornano a Baccanelli....nel 1939 avviene la separazione trai genitori...

Può interessare la biografia del figlio Giacomo tratta da Wikipedia

 

« Può anche bastare, sapete, che con calma cominciamo a guardare in noi, e ad esprimere desideri. Come vorremmo vivere, domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere! »

(Giacomo Ulivi, Lettera agli amici)

Giacomo Ulivi

Giacomo Ulivi (Parma, 29 ottobre 1925  Modena, 10 novembre 1944) è stato un partigianoitaliano. Studente di legge all'Università di Parma, decorato della Medaglia d'argento al valor militare alla memoria.

Nacque a Baccanelli di San Pancrazio Parmense, attuale frazione di Parma, dal discusso inventore Giulio Ulivi e da Maria Luisa Fornari. Trasferitosi con la famiglia a Roma l'anno successivo alla nascita, dal 1930 al 1932 visse a Bruxelles in seguito al trasferimento del padre, su invito del governo belga.

Rientrato a Parma insieme alla madre, compì gli studi elementari e ginnasiali, che allora duravano cinque anni, si iscrisse giovanissimo al Liceo Classico "Maria Luigia" dove ebbe tra i suoi insegnanti Attilio Bertolucci.

Terminò gli studi liceali nel 1942, con un anno di anticipo. Nell’autunno dello stesso anno si iscrisse alla Facoltà di medicina dell’Università di Parma ma, dopo alcune settimane, chiese e ottenne il passaggio alla Facoltà di legge. In questo periodo Ulivi maturò le proprie convinzioni antifasciste. Dopo l'8 settembre 1943 aderì attivamente alla Resistenza italiana, svolgendo funzioni di collegamento tra i CLN di Parma e di Carrara e tra i partigiani con gli ufficiali inglesi oltre alla diffusione della stampa clandestina.

L'11 marzo 1944 fu arrestato a Parma una prima volta ma fuggito in modo rocambolesco, continuò la sua attività per il CLN di Modena. Qui venne nuovamente arrestato ma riuscì nuovamente ad evadere. Il 30 ottobre 1944 fu catturato per la terza volta dalle Brigate Nere in Via Farini a Modena, mentre usciva dalla sede del Comando provinciale della RSI dopo aver ricevuto dal maresciallo Alessandro Bassi dei documenti falsi. Arrestato e tradotto nel carcere dell'Accademia Militare fu interrogato e torturato ma non rivelò nulla. Inizialmente amnistiato, fu infine fucilato, per rappresaglia all'occupazione di Soliera da parte dei partigiani, sulla Piazza del Duomo di Modena il 10 novembre 1944 da un plotone della Guardia Nazionale Repubblicana insieme ad Alfonso Piazza ed Emilio Po.

Gli fu conferita la Medaglia d'argento al valor militare.

Medaglia d'argento al valor militare alla memoria

«Diciassettenne prendeva parte alla lotta per la liberazione con tutto lo slancio dell'età giovanissima brillando per la completa dedizione alla causa e lo sprezzo del pericolo. Arrestato una prima volta evadeva e si trasferiva a Modena dove riprendeva la sua intensa attività compiendo pericolosissime missioni di collegamento. Catturato nuovamente, sottoposto alle torture più atroci e raffinate le sopportava stoicamente senza nulla rivelare all'odiato nemico. Col corpo segnato dalle stigmate del martirio affrontava impavido e sereno il plotone di esecuzione. Esempio impareggiabile di amore ardente per la Madre Patria»
— Modena, 10 novembre 1944

·                    A Parma è stato intitolato a Giacomo Ulivi uno dei quattro Licei Scientifici Statali.

 

Il Luogo dei Ricordi di Maria Luisa Fornari - Nascita: 24-10-1894 - Morte: 20-8-1991 - Sepoltura: Parma Cimitero Della Villetta - In Mia Memoria

 

CRONOLOGlA ESSENZlALE DELLA VITA Dl GlACOMO ULlVl

Giacomo Ulivi1925 29 OTTOBRE -Nasce a Baccanelli di Parma da Giulio e da Maria Luisa Fornari. 

1926 La famiglia Ulivi si trasferisce a Roma, abitando in una casa 
dell 'Isola Tiberina. 

1930 Dietro invito del governo belga, il padre si reca a Bruxelles. Lo accompagnano la moglie e il piccolo Giacomo che rimarranno nel Belgio fino al 1932. 

1932-1935 Ritornato a Parma con la madre, Giacomo cornpie in un triennio il ciclo di studi elementari presso la Scuola« Angelo Mazza ». 

 

 

Book Description libro di Charles Anderson

Publication Date: October 5, 2011
This biographical novel begins with factual reports about an Italian scientist born in 1881. Information culled from the New York Times, the Smithsonian magazine, Italian newspapers and other documents including Italian government and military service records provide details about the life of a most fascinating engineer. Giulio Ulivi invented diverse devices including an early speedometer, a 3-D movie projector, luminescent paint and the device that might have ended the First World War before it really developed—a ray projector called the F-Ray capable of exploding hidden munitions at a distance.

The Inventor

 

NUOVA EDIZIONE

La nuova edizione del libro di Charles Anderson è uscita arricchita nel 2013. E'una documentazione eccezionale e completa. In Questa edizione oltre dare una completa biografia dell'inventore (o del "presunto inventore" come lo chiamano nel suo paese natale, nemo propheta in patria), narra anche dei suoi ultimi anni in Belgio, della sua adesione al fascismo, del figlio martire della resistenza(!) in Italia. I suoi ultimi hanno mi hanno veramente commosso, avendo anche io lavorato sul personaggio, anche se solo nell'infelice periodo fiorentino. Ne nasce una figura che rivaleggia a pieno merito con Tesla se si escludono le primissime invenzioni di quest'ultimo che tanto importanti sono nello nostra vita di tutti i giorni. Negli anni successivi anche Tesla si ritrovò con tante idee che per tante ragione fecero la fine delle invenzioni di Ulivi. Inizialmente  troverete la pubblicazionesul sito di Amazon.com

 

Quanto sopra dal Messaggero del Mugello gennaio 1914

messaggero 25 gennaio 1914

  Messaggero ottobre 1915                                     messaggero ottobre 1917

 

il Messaggero del M ottobre 1917                                                                                il Messaggero  novembre 1917

il Messaggero del Mugello, 2 dicembre 1917

 

Storia: Costruito a Scopoli nel 1910 il primo aereo "tutto umbro e tutto italiano"
  

di Lanfranco Cesari

   
Lo realizzò l’industriale Domenico Micheli in collaborazione con l’ingegnere Giulio Ulivi dell'"Auto Ecole" di Parigi
  
A meno di sette anni dal primo volo di un aereo a motore, il "Flyer" dei fratelli Wright (17 dicembre 1903), viene costruito a Scopoli il primo aereo a motore "tutto umbro e tutto italiano". E' - stando alle cronache dell'epoca - il primo aereo umbro e il primo (addirittura) aereo costruito interamente in Italia. A realizzarlo, nel 1910, è l'industriale Domenico Micheli, esperto di meccanica e proprietario a Scopoli, industriosa frazione del Comune di Foligno, di un cotonificio con "annessa officina generatrice di elettricità". Non nuovo all'esperienza del volo, Micheli (fondatore anche di una Società Anonima di Costruzioni Aeronautiche - SAICA - attiva in Foligno di concerto con le officine di Scopoli), già una decina d'anni prima, aveva costruito un apparecchio ad elica sul quale era stato fatto salire, per il volo d'esordio sulla pianura di Colfiorito, il sarto del paese Antonio Bellatreccia. L'apparecchio però, pur assicurato ad una corda per regolarne il decollo, era precipitato sopra un noce, subendo danni, ma senza conseguenze per l'improvvisato pilota. Al nuovo, ambizioso progetto dell'aviatore" di Scopoli è ora interessato anche l'ingegner Giulio Ulivi, professore di meccanica teoretica all'Auto Ecole di Parigi, giunto appositamente a Foligno "per unirsi a lui nella costruzione del velivolo".

Dai prati di Colfiorito al Campo di Marte di Foligno

Al 15 ottobre 1910 la Gazzetta di Foligno annuncia che "il signor Domenico Micheli di Scopoli ha ultimato il suo magnifico aeroplano e l'ha condotto alla pianura di Colfiorito per gli opportuni esperimenti...". L'aereo, con il "valente ingegnere" ai comandi, nel "prendere la rincorsa che precede il suo sollevamento", urta però il ciglio di un fosso rompendo l'elica e subendo danni in varie altre parti. Ne esce comunque illeso l'ardito "conducente". L'insuccesso di questa prima "prova dell'aria", svoltasi davanti ad una folla considerevole giunta anche da Foligno e dai paesi vicini, non compromette tuttavia l'"ottimismo" manifestato dalla Gazzetta, ma il perdurare di condizioni meteorologiche diventate poco favorevoli consiglia di sospendere le prove e di rinviare il "battesimo dell'aria" del "monoplano", al quale viene dato il nome di Maria (lo stesso nome di una figlia del suo ideatore-costruttore). E in considerazione della stagione avanzata, il Micheli decide anche di abbandonare i prati di Pistia (Colfiorito) per continuare gli esperimenti al Campo di Marte di Foligno, "quando il tempo sarà più propizio".

Il monoplano è esposto nella palestra ginnastica di Foligno. Sue caratteristiche

II 5 novembre 1910 la Gazzetta da questa notizia: "L'aeroplano Micheli (trasferito a Foligno) trovasi attualmente nella palestra ginnastica (ex chiesa di S. Domenico, oggi Auditorium) ed è visibile a chiunque si munisca di un biglietto d'ingresso di 50 centesimi", da devolversi in beneficienza.
L'apparecchio è "un monoplano che misura 7,20 metri di lunghezza, 8,02 metri di larghezza, pesa 225 Kg. ed è di una "leggerezza" e di una semplicità meravigliosa e di una bellezza tale da sembrare una farfalla o più propriamente una libellula...".
Il "Maria" è capace di "sollevare" due persone. "La sua velocità di innalzamento è di circa 48 chilometri l'ora, la sua velocità massima in aria calma di circa 78 chilometri. Il motore è un "Anzani" tipo speciale da corsa che sviluppa oltre 30 cavalli dinamici ed aziona, a 1350 giri al minuto, un'elica in legno monoblocco a passo progressivo (studiata e costruita nelle officine Micheli) che produce una trazione continua di oltre 120 chilometri".
Il 19 novembre 1910, pur informando che l'ingegner Ulivi, al Campo di Marte di Foligno, ha continuato le "prove" che hanno avuto soddisfacenti risultati, la Gazzetta di Foligno annuncia che sarà comunque dato opportuno avviso del giorno in cui verrà effettuato il volo "ufficiale". L'attesa del pubblico e dei tanti appassionati che seguono con vivo interesse il "curriculum" del Maria andrà, però, purtroppo delusa. Quell'avviso, infatti, non verrà mai dato.
Le prove saranno ancora una volta rinviate e poi definitivamente sospese. Se l'aereo non è riuscito a librarsi in aria, la causa pare debba attribuirsi alla "pesantezza" della coda, non proporzionata al "peso" delle ali.

Una...bella pagina nell'affascinante libro del volo

L'ingegner Ulivi, ben pagato e ben trattato, esce di scena "allontanandosi" con le foto e i disegni dell'aeroplano, ma con la promessa di ritornare, nella buona stagione, per portare a compimento gli esperimenti.
Invece, non si farà più vivo. Sarà ancora attivo come progettista e costruttore di aerei (anche per conto di un gruppo capitalistico inglese), uno dei quali del tutto simile al "Maria" di Domenico Micheli. Deluso e amareggiato per l'imprevisto e "sfortunato" epilogo di questa vicenda, il Micheli non vorrà più parlarne, neanche in casa con i familiari. Per un' impresa del genere egli ha anche speso molto denaro. Solo il motore dell'aereo gli è costato 1.800 lire. Il "Maria" sarà portato all'interno del Castello di Scopoli, allora di proprietà dei Micheli, dove avverrà, col passare degli anni, la sua lenta e graduale distruzione. Così finirà il primo aeroplano "tutto umbro e tutto italiano" e svanirà il sogno di Domenico Micheli, coraggioso costruttore di macchine volanti, che merita comunque di essere ricordato fra coloro che hanno scritto le prime affascinanti pagine del grande libro del volo.
Il "Maria", in tutto simile al "Bleroit" (diverso solo nella forma dei timoni e degli impennaggi), se ha avuto precluse le... vie del cielo, è stato, "in terra", un'ammiratissima "macchina alata", comunque destinata a suscitare la simpatia, la curiosità e l'interesse degli esperti, degli appassionati del volo e di un "vasto" pubblico, che ne ha atteso invano... il decollo. Domenico Micheli muore a Scopoli il 12 luglio 1932, a 56 anni. Consigliere comunale dal 1907 al 1920 con i sindaci Pierani, Abbiati e Maneschi, ha anche svolto, nell'amministrazione Maneschi, l'incarico di assessore supplente nel settore dei servizi sociali.


   l'ingegner Giulio Ulivi "ai comandi" del "Maria"    Domenico Micheli e l'ingegner Ulivi osservano la loro "creatura"    Monoplano Blériot XI dotato di motore da motocicletta italiano costruito da Alessandro Anzani, proprio come quello usato per il "Maria"


Il "Maria" esposto nella palestra ginnastica di Foligno (oggi Auditorium San Domenico), nel 1910. Nella foto a sinistra, con l'ingegner Giulio Ulivi "ai comandi",al centro, con Domenico Micheli e l'ingegner Ulivi, (archivio Luciano Gregori). Nella foto di destra, invece, un monoplano Blériot XI dotato di motore da motocicletta italiano costruito da Alessandro Anzani, proprio come quello usato per il "Maria"