magni
Franco Magni nacque a Torino nel1883 ma la sua vita si svolse a Borgosesia dove era direttore di un importante lanificio di proprietà della sua famiglia e svolse tutto il suo lavoro sulla radio nel tempo che gli lasciavano le responsabilità del lanificio. Già nel 1903, ancor prima di laurearsi ingegnere ideò un suo sistema di radiotelegrafia direttiva e selettiva che, al tempo, si inserì insieme ai sistemi di Slaby, Braun ecc. Progettò altri dispositivi che dovette brevettare in Germania a causa degli accordi di Marconi col nostro Governo. I suoi lavori furono però concentrati nell’iscrizione su zona dei segnali Morse che al tempo e persino oggi creano molti problemi confondendosi con disturbi ecc. tanto che si dovettero studiare sistemi di comunicazioni con altri principi quando si volle sicurezza di trascrizione.
Soprattutto è ricordato per essere l’inventore della
supereterodina. Questo però non è assolutamente vero anche se il suo sistema
ci si avvicinava molto: praticamente il Magni convertiva con una frequenza
diversa la
frequenza di trasmissione abbassandola ad una frequenza “intermedia” che
veniva usata come portante per fare attrarre i relè di iscrizione. Lasciamo ad
altri la realizzazione della supereterodina come conosciamo noi. Semmai la sua
invenzione fù ancora più importante in quanto realizzò la ricezione eterodina
per la quale ebbe dei problemi di precedenza con Fessenden che aveva realizzato
un sistema analogo. La genialità del Magni fu quella di rendesi conto del
meccanismo di conversione per mescolamento e non per somma che risolse in modi
diversi. Il problema, alla data dell’invenzione, era che le valvole ancora non
potevano essere sfruttate come generatori e questi potevano essere realizzati
con archi, scintille, o, meg
lio,
con alternatori. Fessenden per realizzare la ricezione eterodina collegava un
alternatore di frequenza di valore vicino a quella trasmessa ad un avvolgimento
della cuffia, dove otteneva la conversione. Magni usava gli archi delle lampade
di Hewitt, arco nel mercurio. Vi immaginate, nel posto ricevitore, un
ingombrante alternatore od apparecchiatura ad arco! Magni studiò invece di
spedire la frequenza di conversione direttamente nell’etere dalla stazione
trasmittente, nella quale erano già presenti grosse macchine generatrici,
insieme a quella per la comunicazione. Nell’etere, lineare, queste rimanevano
indipendenti ma nel rivelatore, non lineare, dell’apparecchio ricevente la
conversione poteva avvenire. Ora questo segnale non è altro che il BFO generato
nella radio molto semplicemente. Magni continuò nella strada della ricezione su
zona di segnali telegrafici anche per tutti gli anni ’20 collaborando con l’Allocchio
e Bacchini, con Pizzarri e Santangeli ecc. E’ di Magni un sistema detto diplex
a due toni che. In occasione del servizio militare, sotto i capitano Sacco prose
guì tali
studi realizzando anche un piccolo ricetrasmettitore spalleggiabile col
ricevitore a superreazione.