meucci e manzetti

Attualmente a Firenze si festeggia il secondo anno dalla nascita di Meucci, ormai, definitivamente, considerato inventore del telefono. A quando di preciso la sua invenzione? L'idea venne presto, almeno come tentativo di comunicare vocalmente a distanza; in fondo aveva fatto il suggeritore al teatro della Pergola a Firenze. Quello di trasmettere elettricamente la parola sembra sia avvenuta per caso mentre faceva esperimenti di elettroterapia. Nel 1854 riusciva a comunicare nella camera della moglie malata, ma per avere risultati soddisfacenti si dovette aspettare il 1959-1960.

manzetti.jpg (16913 byte)Per il seguito sono note le sue disavventure e la realizzazione da parte di altri della sua idea. Forse chiacchierò un po troppo. Addirittura appare una sua lettera a certo Bendelari,  al quale, in casa di un conoscente comune, in America, nel 1860 Meucci  aveva parlato di un idea per trasmettere la voce tramite filo elettrico e gli chiede se l'aveva comunicata a qualcuno. Bendelari risponde che i suoi affari in Italia non gliene avevano dato ne il tempo ne l'occasione.

 Ecco che arriva Innocenzo Manzetti di Aosta che nel 1861 era riuscito a trasmettere suoni musicali attraverso il filo del telegrafo e che nel 1864 aveva realizzato un telefono quasi perfetto, non solo appena soddisfacente come era all'inizio quello del Meucci.

Manzetti 1826-1887, morto dunque piuttosto giovane, era nativo di Aosta, aveva studiato dai Gesuiti, lavorava come geometra ma aveva avuto successo con varie sue invenzioni. La più notevole, forse, un automa in forma di uomo che si muoveva tramite tubi di gomma ed aria compressa e che suonava il flauto con grande varietà di motivi. I comandi erano distribuiti da un tamburo ruotante  irto di fili di ferro. Riusciva anche a pronunciare qualche parola e lo studio di un telefono elettrico da parte dell'inventore era certamente a scopo di farlo parlare. Mancarono finanziamenti ed idee industriali, era povero e mori presto e povero.

Le vicende successive intorno alla paternità dell'invenzione giocarono a favore del Meucci: rivoluzionario, patriota, cacciato dalla Patria, amico di Garibaldi (insieme a lui aveva aperto una fabbrica di candele nel nuovo continente).

Manzetti, uomo religioso, nato in una zona di bassa importanza e per di più di lingua francese, fu completamente scartato. Ma a suo tempo la stampa parlò della sua invenzione, e la notizia varcò anche l'Oceano, visto che, come abbiamo accennato, Meucci lo seppe e volle verificare i fatti.