Vari anno or sono, un amico di Bologna appassionato in radio surplus, saputo che abitavo in via Enrico Guido Bocci, radiotelegrafista della Resistenza fiorentina, mi chiese se fosse rintracciabile la radio che usava. Io mi attivai nella ricerca, senza però provare nemmeno a cercare " l'hardware", ma informandomi qua e là. Trovai varie persone che sapevano qualcosa della vicenda, ottenni parte della registrazione che una protagonista della vicenda aveva fatto della radio, ho sfogliato vari libri sull'argomento e tenuto d'occhio i giornali.
Per un caso fortuito, uno di quelli che sembra programmato da qualcuno, un mio caro amico aveva incontrato un vecchio bolognese che era di quel gruppo, sempre bolognese, che aveva costruito l'apparecchio di Radio CORA. Questi aveva narrato che era stato ricavato da un' amplificatore Geloso ed altri componenti di quel costruttore e che era stato portato alla stazione di Bologna da un gruppetto di coraggiosi che si erano messi in fila con delle cassette di frutta e di verdura non troppo fresche in una delle quali era l'apparecchiatura, in un'altra una pistola per ogni evenienza. I tedeschi e chi per loro frugarono in qualche cassa, ma tutto andò bene. L'apparecchiatura sali sul treno e fu consegnata a Firenze a chi di dovere, sconosciuto, ma segnalato opportunamente.
Enrico Guido Bocci
Dei miei amici volevano ottenere altri particolari sulla radio, ma poi tutto si spense.
La radio
Dalle notizie attinte la radio era un trasmettitore per telegrafia in codice dettato dagli americani. Una signora che aiutava questi partigiani racconta che stava spesso a lei trasferire l'apparecchiatura da una zona all'altra, cosa indispensabile per evitare intercettazioni radiogoniometriche. La portava in un borsone ed era "lucida e pesante". Una volta, vedendola con quel peso, un repubblichino ( l'uomo era rimasto sempre galante in certe situazioni), aveva insistito per aiutarla e per un tratto ha portato la borsa lui stesso!
Luigi Morandi
La segretaria dello studio di Bocci racconta, tra l'altro che ...Sembra che uno dei tedeschi abbia appoggiato sul tavolo la machine-pistole per osservare meglio questa radio trasmittente che, io non me ne intendevo ma, insomma, a vederla era molto bellina, almeno a me sembrava molto bellina a parte che era molto pesante.....
In gergo la radio veniva chiamata la bolognina oppure la bolognese.
Da altre notizie appare che per la radio vennero recuperati, in un primo tempo, vari pezzi che furono portati per il montaggio a Roma, Milano e Bologna. La prima grande e potente radiotrasmittente (la bolognese), raccontò Carlo Ragghianti, mi venne consegnata a Firenze da Antonio Rinaldi e da Paolo Bassani (fratello di Giorgio) che l'aveva costruita nel laboratorio Geloso di Bologna dove era impiegato.
I fatti
Il servizio di radio CO.RA era vitale per i collegamenti con gli alleati.
Ricordiamo anche , però, che passarono anche le notizie agli Alleati per il bombardamento delle Cascine a Firenze.
Gilda la Rocca, segretaria già da molti anno collaboratrice dell'avvocato Enrico Bocci, racconta:
Dopo l'8 settembre entrai a far parte del servizio informazioni militari e politiche organizzato dallo stesso Bocci in diretto contatto con il comandante della VII armata alleata, allora a Bari. Il servizio prese il nome di Radio CO.RA gruppo Bocci, da Commissione Radio e fu attivo in Firenze dal gennaio '44 al successivo 7 giugno.
Fino al settembre '43 il Partito D'Azione di cui Bocci era esponente, aveva organizzato in Firenze e in Toscana una efficiente rete di informazioni e disponeva di una propria apparecchiatura radio che, però dava gravissimi problemi di natura tecnica che ne menomavano l'operatività. Sulla fine del gennaio '44, l'avvocato Bocci venne in contatto con una missione alleata che era sbarcata da un sommergibile nei pressi di Pescara e che, munita di un efficiente radiotrasmittente cercava di collegarsi con elementi della resistenza fiore.
Bocci cercò in via ufficiale di dotarsi della radio di questa missione, ma poi dovette arrangiarsi e ritirarla di sua iniziativa, metterla a punto ( lo fece il fisico Carlo Ballario) ed utilizzare il cifrario di cui disponeva il capo-missione. Allo studente di ingegneria Luigi Morandi era affidata l'efficienza dell'apparato e spesso era operatore radio.......
Il 4 giugno Roma era stata liberata., il 6 giugno iniziato lo sbarco in Normandia ed il generale Alexander aveva fatto trasmettere un lunghissimo questionario cui urgeva risposta. Il 7 giugno fu risposto dalla sede di piazza D'Azeglio, piuttosto di portare la radio all'Istituto di Arcetri come previsto in un primo tempo. O per una spiata o per il protrarsi dei messaggi che avevano portato ad un'individuazione radiogoniometrica che i nostri furono beccati. Dei tedeschi entrarono per salire sul tetto e salendo sentirono il ticchettio del tasto di Morandi che trasmetteva...
Non credo proprio che il tedesco abbia posato l'arma sul tavolino, ma piuttosto che Morandi, da bravo radioamatore, fosse così impegnano con la cuffia in capo che, preso di sorpresa abbia reagito d'istinto ed abbia strappato l'arma al tedesco uccidendolo. Morandi fu ucciso a sua volta e gli altri portati a Villa Triste, sede della banda Carità. Non mi sento di descrivere gli avvenimenti successivi, ma in conclusione Bocci fu fucilato su monte Morello ed il corpo non fu più trovato.
Piuttosto vorrei far notare una curiosa coincidenza: il capo della ricostruita 92° legione della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, una banda che terrorizzò Firenze, era il maggiore Mario Carità. Era stato riparatore ed aveva un negozio di radioriparatore in via Panzani; Luigi Morandi era praticamente un suo collega dato che la sua famiglia aveva ed ha tuttora un importante negozio di radio in Firenze.
Ora
Bocci e Morandi, ora almeno nei nomi, sono di nuovo vicini nell'intestazione di due strade contigue situate nella zona dove io abito.