ATTENZIONE IL TRASFERIMENTI IMMAGINI IN PNG E' MOLTO LENTO
Prima di arrivare agli avvenimenti che portano al titolo dobbiamo illustrare i complessi precedenti: dobbiamo innanzitutto parlare della stazione di Porthcurno, forse la maggiore stazione al mondo che sia stata al servizio dei cavi subacquei intercontinentali. Questa stazione è situata in una piccola baia all’estremo ovest della Cornovaglia, subito accanto a Land End (fine della terra). Fu lì che nel 1870 furono posati i primi cavi con Gibilterra e Malta.
il Great Eastern
In seguito si collegò tutta Europa, l’India e l’Australia talché questa stazione divenne il cuore dei collegamenti nell’impero britannico e fu la più grande stazione del genere al mondo. Molti di quei cavi intercontinentali erano ben più lunghi di quello transoceanico anche se in vari casi erano state realizzate stazioni relais. I cavi e le apparecchiature di trasmissione e rilevazione dei segnali avevano raggiunto un discreto grado di perfezionamento e simboleggiavano il gran successo della tecnologia vittoriana. Con l’adozione della guttaperca in sostituzione della corda catramata si era risolto il problema della impermeabilizzazione dei cavi, le navi posacavi e le tecniche di posa avevano raggiunto un buono standard. I cavi sottomarini si dividevano in cavi costieri e transoceanici: quelli costieri erano più robusti ed a doppia
il Great Eastern nel 1866
armatura, quelli oceanici più piccoli e con un’armatura che fosse sufficiente a resistere alla posatura sul fondo. Poi se la protezione in acciaio si arrugginiva e cedeva, nel fondo marino era sufficiente la guttaperca a tenere l’isolamento. Per la delicata posa dei cavi, più altri particolari possiamo consultare il Besso, “Le grandi invenzioni” oppure leggere la pubblicazione dell’ing. Soresini “Segnali sotto e sopra l’Atlantico” tratta da tale opera.
Tutta la lunghezza del cavo veniva immagazzinata nella nave in grandi serbatoi cilindrici e svolta a mano con la tecnica di tirare la matassa dall’alto come si fa ora con la bobinatrice per i fili molto sottili. La matassa poteva avere un diametro di 20 metri ed un’altezza di 19. 2000 km di cavo dal diametro di 1 pollice e dal peso di 1,7 tonnellate a miglio marino, non si poteva certo far scorrere su una bobina su cuscinetti. Il grosso problema era l’argano a frizione che doveva tamponare le improvvise accelerazioni del cavo nello scendere nei punti più profondi e le sollecitazioni del mare mosso. Il carico di rottura era sulle tre tonnellate, si potevano svolgere 100 miglia marine di cavo in un giorno. Per avvolgerlo nei serbatoi occorrevano diverse giornate.
Il cavo veniva terminato nella stazione di partenza ad un complesso tavolo di misura che monitorava continuamente la continuità del cavo ed eventuali cortocircuiti o perdite. Con ingegnosi metodi di misura si poteva trovare il punto preciso della perdita. La ricezione dei segnali avveniva con galvanometri a specchio che riuscivano a dare una grande elongazione con frazioni di microampere, ma, poco più tardi (intorno al 1895) si sostituirono tutti i galvanometri a specchio col ”Siphon Recorder” di Lord Kelvin. In quanto al cavo questo era costituito da un’anima di treccia di rame da diversi millimetri, da uno stato di guttaperca isolante, da uno strato di filo di ferro costituito da una mezza dozzina di fili avvolti a
si avvolge il cavo
spirale lunga, di nuovo uno strato di isolante ed ancora una dozzina di fili di ferro tra i 4 ed i 6 mm avvolti a spirale. Una cosa è vedere i campioni di cavo presenti dei musei presentati su di una tavoletta accuratamente
si svolge il cavo
sezionati ed inanellati di ottone, un’altra quella di vedere in terra un cumulo di
spezzoni di cavo: provate a piegare un tondino di ferro da 6 mm e capirete la difficoltà di avvolgerlo sopra la guttaperca. Pensate che la fabbrica forniva pezzi interi lunghi 2000 km!
Grandi scienziati si applicarono per rendere possibile la trasmissione su grandi lunghezze di cavo: quando si collaudò quello della Manica i messaggi arrivavano incoerenti e le lettere si mischiavano. La colpa fu data all’abbondante quantità di sciampagne che scorse al rinfresco di inaugurazione e soltanto in seguito ci si accorse che era l’eccessiva capacità elettrica del cavo!
Ma torniamo al soggetto dell’articolo.
Il successo del balzo transatlantico effettuato dal Marconi dette da pensare alla Eastern Telegraph Co. che gestiva la stazione di Porthcurno. Non un gran pensiero perché con gli ultimi perfezionamenti della tecnica del cavo, trasmissione contemporanea nei due sensi (duplex), semiautomatizzazione dei sistemi e forte incremento della velocità, al momento attuale la RT non poteva concorrere con il cavo. Da notare che l’interruzione degli esperimenti transoceanici di Marconi fu provocata dalla Anglo American Co. non dalla Eastern Telegraph. In ogni modo quest’ultima si voleva render conto degli sviluppi di questa nuova tecnica installando una stazione propria e, magari, osservando cosa succedeva nella vicina stazione di Poldhu. Fu incaricato Nevil Maskelyne, figlio ed aiutante del celebre illusionista J.N. Maskelyne ed interessato alla trasmissione a distanza dei messaggi per scopi “professionali”. Facciamo la cronaca degli avvenimenti:
Gennaio 1902 ETC (Eastern Telegraph Co) intervista Lodge, Muirhead e Preece intorno al wireless, nello stesso tempo acquista 5 azioni della Marconi wireless.
si carica il cavo sulla nave
Giugno 1902 ETC ispeziona il wireless della HMS Vernon gestito dal cap. Jackson. Visita Mullion per vedere l’antenna di Poldhu.
Luglio 1902 Viene affittato un promontorio per l’antenna del Wireless. Viene spiata la visita a Poldhu del Principe e Principessa di Galles. Maskelyne è in vacanza per l’appunto in un villaggio vicino ed assiste alla visita.
Agosto 1902 Maskelyne viene incaricato ufficialmente di supervedere all’installazione del wireless in Porthcurno ed intercetta messaggi di Poldhu con un’antenna provvisoria, in attesa dell’installazione di quella da 150 piedi. L’intensità dei segnali era così forte che questi potevano transitare su linea fino alla stazione dei cavi.
Settembre 1902 Maskelyne tiene d’occhio la “Carlo Alberto” e si accorge che affinchè un messaggio sia ricevuto occorre trasmetterlo anche per 24 ore. Intercetta due trasmissioni contemporanee a frequenza e potenza diversa e sospetta che quella più debole serva a confondere le stazioni vicine, ma potrebbero essere anche prove di sintonia tra Poldhu e Lizard.
Novembre 1902 Si approva l’acquisto di due sistemi Hozier Brown per valutarne le prestazioni. L’ETC non voleva dipendere dal solo sistema Marconi.
Gennaio 1903 Porthcurno ha ora il suo trasmettitore a scintilla e comunica con l’isole di Scilly.
Maggio 1903 Fessenden propone il suo sistema alla ETC
Giugno 1903 Maskelyne ammette il “jamming” durante una dimostrazione del wireless fatta da Fleming alla Royal Institution per dimostrare la vulnerabilità del sistema Marconi.
1914 la stazione è chiusa per ordine del governo.
Nel 1925 fu introdotta la rigenerazione automatica, ma le stazioni radio a fascio, ad onde corte, cominciano a diventare concorrenziali con i cavi.
Nel 1928 il wireless ed i cavi si uniscono nella Compagnia Cable & Wireless Ltd.
La velocità
In conclusione appare che dopo i primi timori la Compagnia dei cavi si tranquillizzasse sicura di poter convivere con vantaggio col wireless. Secondo fonti della Compagnia al 1910 i messaggi transatlantici in wireless venivano trasmessi con una velocità di solo 12
si riveste il cavo
parole al minuto, con una mezza dozzina di ripetizioni quando la propagazione non era ideale, ma gli addetti della Compagnia non si potevano sciacquare la bocca con ciò in quanto nei primi cavi di elevata lunghezza la velocità era di 5WPM analoga a quella delle prime esperienze del wireless, se mai occorreva un minor numero di ripetizioni.
Non sono riuscito ad accertare la velocità raggiunta su cavo a situazione consolidata, molto variabile con la lunghezza dello stesso. Nel 1860 si raggiungevano le 25 WPM, ma ancora nel 1878 12 WPM era la velocità più accreditata. Nel 1857 nelle prove del cavo transatlantico per trasmettere un messaggio di 98 parole alla regina Vittoria si impiegarono 16 ore. A quell’epoca un buon impiegato riusciva a leggere col galvanometro a specchio fino a 25 WPM e dettarle ad un altro collega. Furono fatti esperimenti per la
si avvolge il cavo nella stiva
ricezione ad orecchio con un telefono ma non si ottenne un gran successo. Il vantaggio del cavo era che, mentre la propagazione era un pò un’incognita, le caratteristiche del cavo erano una costante fisica che si potevano accuratamente calcolare e si potevano prevedere i risultati. Indubbiamente il
si impecia la protezione del cavo
cavo si presenta come un condensatore di capacità elevata e se si trasmetteva con impulsi monopolari, come nelle prime prove, la
carica si accumulava e confondeva il messaggio; c’è stato persino chi ha trasmesso tramite un rocchetto lungo 1,5 metri ed impulsi a 2000 volt! Con la trasmissione bipolare si potè azzardare la trasmissione transatlantica ed aprire la via ad altri perfezionamenti.
Il museo
Attualmente la stazione dei cavi di Porthcurno è un museo. Si entra, per 4 o 5 sterline nell’edificio dei vecchi uffici nel quale è situata un’interessante libreria dove si possono acquistare pubblicazioni intorno ai cavi ma che si estende anche ad altri interessi sul costume; argomenti originali non sempre reperibili in altre librerie. Le pubblicazioni si possono consultare seduti a dei tavolini sorseggiando thé o caffè, più biscotti messi a disposizione in self service dal museo. Sempre al piano terreno c’è una ricca biblioteca tecnica consultabile solo per appuntamento. Da tale fonte il museo pubblica delle “occasional papers” in fotocopia, con argomenti molto interessanti. Il personale si dà molto da fare ed un addetto, saputo che ero venuto dall’Italia per visitare il museo, è andato a chiamare il curatore (anzi, la curatrice) del museo che è stata molto gentile ed addirittura si è offerta di presentarmi i nipoti di Maskelyne se fossi potuto tornare il giorno dopo.
Al piano superiore c’e una piccola sala di proiezione nella quale si proiettano ciclicamente film in argomento. Alle pareti della sala attigua sono esposti grandi pannelli con disegni e stampe che descrivono la posa dei cavi e le principali navi posacavi: mi ha colpito la descrizione della Great Eastern: 300 metri di ponte, 500 uomini di equipaggio, mucche, maiali, polli, oche
arrivo e terminazione dei cavi transoceanici
e paperi vivi che servivano da cibo fresco. Meno male che io a casa io abbia il surgelatore! Ma tra le tante misure mi è rimasta in mente solo la quantità dei chiodi: tre milioni di ribattini in ferro da un pollice!
Uscendo dal locale si passa di fronte ad una saletta allestita dai radioamatori, con le solite famose radio da comunicazione d’epoca ed il solito “ricevitore dell’ammiragliato britannico” il Murphy 40, una bestia da 60 kg, di forma molto originale che nei musei inglesi è comune ma che noi italiani non abbiamo altre occasioni di vedere.
Proseguendo si entra nel bunker nel quale fu trasferita la stazione nel 1940. Pesanti porte di acciaio con serrature da cassaforte proteggono gli ingressi. Ad uno di questi è esposto uno dei regalini da 500 kg che Hitler soleva mandare agli inglesi.
Dentro il bunker è allestito il museo: apparecchiature telegrafiche da sogno, Siphon recorders, galvanometri a specchio, la vecchia stazione radio di Maskelyne sono racchiuse in spaziose vetrine ed in ognuna di esse l’immagine è supportata da un video con computer. Poi un paio di sale con apparecchiature telescriventi, telegrafi, ecc, funzionanti con tanto di addetto che faceva la dimostrazione. In un’altra sala il tavolo di prova dei cavi che è una cosa impressionante.
Ci fu indicato il casotto di attestazione dei cavi in direzione della spiaggetta della piccola baia: non era sorvegliato e ci consigliarono di guardarne l’interno dalle sbarre. Il problema che prima del casotto dei cavi, trovammo quello di un gabinetto da “gentlemen” e ci affacciammo alle sbarre della finestra con vista poco edificante! Finalmente trovammo il casotto agognato contenente strumenti di prova ed il telaio analogo a quello delle muffole telefoniche nel quale possiamo osservare come si attestano i cavi e la relativa protezione di filo metallico, in modo completamente diverso dalla tecnica telefonica. Praticamente non ci sono le muffole a prova di umidità riempite di paraffina, ma il conduttore centrale è attestato a dei morsetti e la protezione metallica è ripiegata all’indietro come i petali di un fiore analoga ad una gabbietta simile a quella degli uccelli.
Le strade
Al primo tentativo di raggiungere Porthcurno, trovai la strada bloccata da un TIR che era rimasto malamente incastrato ad un tornante, e lì ci rimase almeno per tutto il giorno: mi sono ricordato allora quanto riportai sul Bollettino Notiziario dell’AIRE intorno al trasporto del palo dell’antenna all’isola di Wight da parte del nostro Marconi e quello analogo a Lizard dei tre pali lunghi 20 metri. In quei luoghi le strade tutt’ora, se pur asfaltate, sono a misura di trattore, circondate da alte siepi o rocce che richiedono una certa abilità agli automobilisti. Questi luoghi, tanto per i paesaggi che per il cibo, per la gente e per due famosi luoghi marconiani, Lizard e Poldhu, meritano proprio una visita.
Carlo Bramanti agosto 2004